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Natale, a volte, è un’emozione.

Natale è una lacrima per una stupida cravatta,

un’altra lacrima per qualcuno che non c’è più

e per qualcuno che forse non ci sarà domani,

come tutti noi.

Quando domani è un giorno come un altro

che comunque arriverà,

anche se, a volte,

specialmente essendo giovani,

che la fine sembra così lontana

da sembrare impossibile,

invisibile e irraggiungibile,

ci facciamo male inconsapevoli,

che il rischio sembra soltanto

il pepe della vita.

Volersi bene è una conquista,

non è un automatismo.

Andiamo tutti verso la morte,

ma forse possiamo ancora usare

differenti velocità

per il nostro emozionante viaggio,

cercando di renderlo

delizioso e infinito.

Cielo

 Gringa nel Cielo by Sabine Meyer

Personalità,
guardare dritto negli occhi
senza paura
senza sfida
con semplicità.
Musica senza tempo
gioia e malinconia
di un tempo che non torna
che il futuro è sempre una luce.
Ritmo
sincopato come nell’amore
che attende sempre
il tuo tono migliore.

 

Grazie a  Gringa e a Sabine Meyer 

Testo del brano

Heaven

Everyone is trying to get to the bar.
The name of the bar, the bar is called Heaven.
The band in Heaven, they play my favorite song.
They play it one more time, play it all night long.

Heaven, Heaven is a place
a place where nothing, nothing ever happens.
Heaven, Heaven is a place
a place where nothing, nothing ever happens.

There is a party, everyone is there.
Everyone will leave at exactly the same time.
When this party is over, it will start again
It will not be any different, it will be exactly
the same.

Heaven, Heaven is a place
a place where nothing, nothing ever happens.

When this kiss is over it will start again.
It will not be any different, it will be exactly
the same.
It’s hard to imagine that nothing at all
could be so exciting, could be this much fun.

Heaven, Heaven is a place
a place where nothing, nothing ever happens.
Heaven, Heaven is a place
a place where nothing, nothing ever happens.

Italiano

Cielo

Ognuno cerca di arrivare al bar,
Il nome del bar, il bar si chiama Cielo.
Il complesso nel Cielo suona la mia canzone preferita.
La suona ancora una volta, la suona tutta la notte.

Il Cielo, il Cielo è un posto
Un posto dove niente, niente mai succede.
Il Cielo, il Cielo è un posto
Un posto dove niente, niente mai succede.

C’è una festa, sono tutti lì.
Tutti andranno via esattamente allo stesso tempo.
Quando questa festa finisce, ricomincia daccapo.
Non sarà in alcun modo differente, ma sarà la stessa esattamente.

Il Cielo, il Cielo è un posto
Un posto dove niente, niente mai succede.

Quando questo bacio è finito ricomincia.
Non sarà in alcun modo differente,ma sarà lo stesso
Esattamente.
É difficile immaginare che proprio niente
Possa essere così eccitante, o così tanto divertente.

Il Cielo, il Cielo è un posto
Un posto dove niente, niente mai succede.
Il Cielo, il Cielo è un posto
Un posto dove niente, niente mai succede.

Dolore terrorista

Dolore & Dispiacere di Andrea Tosa
Il dolore annulla tutto,
sentimenti, passioni, desideri.
Tutto sfocato, quando è padrone del tuo corpo
e della tua mente.

Il dolore sembra sempre infinito,
senza speranza.
Ti conduce in un tunnel
dove vedi solo la morte all’uscita.

Il dolore ti inganna,
anche se sai che presto ti abbandonerà,
diventa il tuo padrone,
e le sue catene sembrano eterne.

Il dolore è un amico sempre vicino a te:
“attento al fuoco”,
se non vuoi che il mio tragico pizzicotto
ti schiavizzi e ti annulli.

Grazie dolore,
compagno inevitabile e casuale,
in quantità variabile
di ogni fragile vita.

(riflessione post-operatoria)

Oltre il confine chissà…

Foto by Sabine Meyer

Ci sono confini oltre i quali non si torna.
ci spaventano, che l’ignoto possiamo tentarlo.
ma sempre lasciamo una via aperta per il ritorno.

Il concetto di casa, come rifugio,
come porto sicuro dove mantenere le nostre certezze.
Le nostre coperte, il nostro tepore,
o l’acqua fresca per il sollievo.

Ma pensare che niente di tutto ciò potrà servirci dopo il confine ci spaventa,
anche se poi la libertà non ha più limiti.

Che fare del caldo dove non conosciamo il freddo?

E dell’acqua senza sete?

Eppure non c’è malinconia, che presuppone il ricordo.
Ma oltre il confine non c’è memoria e neanche tristezza.
Il pianto sai, il confine non lo supera mai.

Illusioni di un giorno festivo.

Foto di Sabine Meyer

La mente sempre confusa
cerca appigli di verità.
Cerca invano la fiducia,
la certezza limpida.

Trova invece il dubbio
e la paura prevale,
mentre masse di invasati
venerano improbabili divinità.

Ognuno il suo credo
tanto sicuro quanto folle,
anche quando il mito
rivela la sua misera umanità.

Umani imperfetti, sempre
alla ricerca di …
parole inutili che esprimano
la nostra inaccettabile fragilità.

Vorremmo comprendere tutto
ed ignorare il nostro essere nulla,
poco più che un soffio di vita
in un immenso deserto di tempo immobile.

Basta!

Becher Art Photography 2011

Gli spiriti liberi non cancellano nulla,

non chiudono mai, aprono e basta!

Si dimenticano perfino di spegnere le luci

perché non lasciano mai un ambiente,

ma lo attraversano in continuazione.

Non sono mai fermi, ma cercano e guardano

il silenzio sporco, sempre inciso da un segno,

un piccolo  significato

che non li lascia mai soli.

E giocano e ridono,

anche se

le false libertà

li vogliono morti.

Tempo perso

Foto di Sabine Meyer

 

Tempo scappa
lo vivo ed è già “ops”
perso, superato dall’attimo successivo,
dove tutto uguale ma niente come prima.

Ovvero tutto simile, ma a volte un istante
separa la vita dalla morte
e allora quel tempo diventa solo memoria
che man mano svanisce. E tradisce.

Ti vedo e ti perdo ti trovo e già vai
libera nei tuoi pensieri
del tuo tempo diverso dal mio.
Poi a volte l’incontro, o lo scontro.

Una fonte di calore  ci avvicina
ci unisce magari per un istante magico
e poi il volo continuo e solitario
ognuno le sue ali, ognuno la sua meta.

 

Come together

Come Together – The Beatles

E’ mio, è mia.

L’eterna lotta dell’infanzia

Non mi sento me stesso se non è mio.

Tu me lo tocchi, ma sono io che te lo permetto

Altrimenti mi vergogno.

Tu me la tocchi, ma sono io che ti lascio fare.

Altrimenti è violazione, delitto.

Il gioco continua sempre, quando adulti cerchiamo e offriamo,

quando ci sentiamo generosi per una semplice condivisione

o per un passaggio concesso.

Ma se condividere fosse un dovere

ci sentiremmo stuprati

nella nostra identità

che non si forma nell’amore,

ma nella proprietà.

Una identità deviata, insulsa,

costruita nel delirio:

“E’ mio, quindi sono”

Come Together – The Beatles