La Ragnatela del Grillo – sinossi

Giosby, il protagonista del racconto, è un uomo di 50 anni. Fino al 1997 ha vissuto a Milano, dove,tra l’altro, si occupava di psicanalisi.

Nel 2004, dopo alcuni anni trascorsi in un piccolo paesino nelle valli bergamasche, è approdato con la sua famiglia, moglie e tre figli, a Spinetoli, in provincia di Ascoli Piceno.

Oggi si occupa dell’importazione di frutta esotica. Il trasferimento da Milano, dove ha vissuto per quasi 40 anni, fa parte di una scelta consapevole, la necessità di offrire ai propri figli un ambiente più tranquillo. In casa vive anche il padre di Giosby, il quale ha 87 anni.

L’educazione dei figli occupa gran parte del tempo libero della coppia, anche perché sono ambedue consapevoli che la scuola non è in grado di dare un significativo aiuto ai loro figli per capire ed affrontare il mondo di oggi …

Sinossi del racconto La Ragnatela del Grillo

In questo frangente, e siccome Giosby naviga spesso in rete, si imbatte nel blog di Beppe Grillo. Rimane subito affascinato ed è quasi per gioco che inizia a partecipare alla comunità. Interviene proponendo le proprie perplessità sulla vita scolastica, scambia opinioni con i bloggers presenti, finché scopre la possibilità dei Meetups locali sparsi per il territorio nazionale.

Ha voglia di fare, e così incomincia a visitare il Meetup locale, scoprendo che in ogni città sono attivi gli “Amici di Beppe Grillo”, che si incontrano mensilmente per parlare di varie iniziative. E’ proprio ciò che lui cercava. Quindi si iscrive al Meetup di Ascoli Piceno, capoluogo della sua provincia.

Inizia a proporre da subito le sueidee riguardo alla scuola. Il percorso scuola però ben presto diventa troppo stretto, si allarga, sfocia in un richiamo di Giosby alla partecipazione democratica visto che la considera la chiave di volta per un reale cambiamento.

Ma passa ben poco tempo e Giosby si ritrova già in pieno e primo disaccordo con quanto afferma un giorno Beppe Grillo in uno dei suoi post quotidiani nel blog, ove si scaglia contro la comunità cinese di Milano, rea di aver fomentato gravi disordini in Via Paolo Sarpi a Milano. I toni e modi usati da Beppe Grillo lo allarmano non poco, inizia così ad avere un atteggiamento più critico nei confronti dell’intero movimento, accusando poi nel Meetup apertamente Grillo di razzismo. (In seguito si accorgerà che le sue critiche sono state completamente rimosse dalla piattaforma locale del movimento).

Nonostante il disaccordo manifestato contro Grillo non rinuncia però alla partecipazione né al confronto con gli altri membri del Meetup di Ascoli, tentando per altro (con scarso successo) di ottenere una loro dichiarazione di appartenenza politica oltre che a chiamare in vita (anche qui senza alcun riscontro) un gruppo di lavoro sul tema della scuola. Si impegna inoltre in un dibattito riguardante i DiCo e i Pacs, partecipa ad una manifestazione locale promossa da un’associazione (Comunanze.Net) vicina al Meetup di Ascoli che vuole incentivare la comunicazione attraverso la rete di internet, infine e ormai pieno di dubbi, comincia a chiedersi e a chiedere agli altri se il movimento di Beppe Grillo non sia di natura qualunquista.

Propone quindi un dibattito in questione non più soltanto ad Ascoli ma anche presso il Meetup 280 che si è autoproclamato “IL NAZIONALE”. In realtà questo gruppo fa capo a Stefano Murgo di Pescara, che ha sviluppato localmente il tema delle liste civiche e della democrazia diretta, un tema con il quale Murgo intende divulgare questa posizione a livello nazionale, cosa poi parzialmente riuscita. Nel corso del dibattito sul qualunquismo nel 280, che ben presto si concluderà su un binario morto, Giosby viene invitato a partecipare a quello che – contrariamente al 280 – è il vero board nazionale del Meetup di Beppe Grillo. In questo ambito, visto anche il numero ben più ampio di partecipanti, il dibattito si anima. Giosby intanto partecipa anche ad un nuovo Meetup fondato sempre in provincia di Ascoli, a San Benedetto del Tronto, ed è proprio qui che subisce la prima censura da parte del nuovo organizer, che gli cancella i commenti che indicavano nella canzone “Volare” di Domenico Modugno e in “Vedrai vedrai” di Luigi Tenco in modo assai ironico una nuova proposta politica, quella di trasformare il Vaffanculo-day assai rozzo nei toni in un Volare-day più raffinato nei modi. Infatti, nel board nazionale la stessa proposta si sviluppa in un vero e proprio percorso musicale, grazie all’adesione di altri bloggers, diventando così una vera iniziativa propositiva. Perciò, e nonostante la prima censura subita nel Meetup di San Benedetto del Tronto, i continui dubbi e le differenze che lo contraddistinguono, Giosby inizia a preparare nel mese di agosto insieme agli altri sostenitori di Beppe Grillo il V-day e la sua organizzazione costruendo insieme delle immagini ad hoc a sostegno dell’iniziativa.

Ma proprio il 17 Agosto compare nel Meetup nazionale di Grillo un nuovo tema (in gergo thread): “Il blog di Beppe Grillo e la censura metodica”, proposto da un certo Hugo Kolion. In questo tema-thread veniva denunciata – con tanto di documentazione allegata – l’opera di censura che pare fosse praticata con sistema all’interno del blog di Grillo. Giosby è inizialmente molto scettico riguardo alle affermazioni di Hugo Kolion e perciò non si prende nemmeno la briga di verificare l’accusa mossa contro Beppe Grillo in modo approfondito, ma inizia lo stesso a partecipare alla discussione cercando di capire, di orientarsi tra Hugo Kolion e gli altri fedelissimi di Grillo che gli danno addosso. Nel corso di 5 giorni la discussione diventa sempre più accesa, ricevendo numerosissime visite, finché Giosby non si ritrova ad inviare come al solito un commento, quando di colpo riceve una comunicazione dal Meetup che il suo commento non può essere inviato! L’intero thread di Hugo Kolion era stato cancellato! Sparito! Giosby rimane allibito davanti allo schermo, ad osservare con sgomento il messaggio che gli indica la scomparsa dell’intero thread sulla censura promosso da Hugo Kolion! Ancora sotto choc si lamenta subito dopo in un altro thread con altri bloggers di aver subito una lobotomia, per poi salutare malinconicamente la comunità rimasta del tutto passiva di fronte all’accaduto, proponendo la canzone di Gianni Morandi “C’era un ragazzo che come me…”. Giosby adesso ha paura per quanto è successo, tuttavia non vuole subire passivamente, e nemmeno scordare quanto accaduto. Decide quindi di contattare tramite mail Hugo Kolion. Le conoscenze informatiche di Giosby sono molto limitate, ma seguendo qualche consiglio di Hugo Kolion, si inventa come nuovo utente – Fantasia – con cui continuare a scrivere sul Meetup nazionale.

Giosby alias Fantasia entra con questa sua nuova identità nel Meetup per chiedere delle delucidazioni sul senso del V-day. Ma ben presto – vista la reticenza da parte dei fedeli di Beppe Grillo a dare spiegazioni sensate e una loro tendenza di fare sempre e soltanto propaganda alla iniziativa dell’8 Settembre – passerà alla denuncia della censura praticata con sistema all’interno del Meetup. A questo punto trasforma la sua originale richiesta di chiarimenti in una denuncia della censura modificando il titolo del suo thread in “Vorrei partecipare al V-day, ma… con questa banda di censuratori non berrei neanche un caffè”. In attesa dell’azione della censura, questa volta si è però preparato a salvare le pagine postate prima della loro cancellazione, per poi mostrarne la loro esistenza in un secondo tempo. Inizia così una grande scaramuccia tra Fantasia (cui qualcuno curiosamente ha attribuito una identità femminile) e altri bloggers che ripetutamente si conclude con la cancellazione dei threads proposti da Fantasia. Parte così quella che sarà l’ultima avventura di Giosby nel Meetup di Beppe Grillo. Gli interventi di Fantasia sono lucidi, serrati, fa appello al buon senso, alla logica, chiede gentilmente come mai vengono cancellati i posts e i threads che non contengono insulti. La discussione si anima, c’è molta partecipazione … Nel frattempo ha luogo il V-day, e il discreto successo scatena l’entusiasmo di molti nuovi sostenitori di Beppe Grillo, che iniziano anche a frequentare così il board nazionale. Nei tre giorni successivi la lotta tra Fantasia e gli altri bloggers si intensifica, con tanto di censure fino a terminare l’11 Settembre con la cancellazione dell’intero thread. Terminata la lotta Giosby alias Fantasia scompare nel nulla, ma nel frattempo scopre che Hugo Kolion, con cui aveva iniziato e poi interrotto il dialogo tempo addietro, aveva registrato casualmente e in parte l’accaduto, pubblicando i contenuti salvati sul suo sito.

Giosby riprende quindi il dialogo con Hugo Kolion, con il quale avrà un intenso scambio di mails, che sarà un sostegno fondamentale per la stesura del racconto “La ragnatela del Grillo”. Il dialogo si svilupperà sempre più, per poi approdare sul sito di Hugo Kolion, dove Giosby scriverà impersonando un nuovo pseudonimo: Genuino. Il percorso di Giosby, Fantasia e Genuino, che contiene anche una sequenza di una dozzina di canzoni, arriva così alla conclusione: Grillo, che prospetta il cambiamento, è in realtà una nuova versione del solito andazzo all’italiana, fatto di inganni e apparenze. Il suo blog è tutt’altro che trasparente, tutt’altro che onesto e, pertanto, non si capisce da quale pulpito possa richiedere trasparenza e onestà ad altri, in prevalenza alla classe politica contro la quale rivolge le sue proteste. D’altra parte Grillo rappresenta anche lo specchio della società italiana, compresi tutti noi, che siamo comunque portati ad effettuare continui aggiustamenti per adeguare la realtà ai nostri desideri e incertezze, alla nostra percezione soggettiva, dove poi giustifichiamo sempre il nostro operato poiché “così fan tutti”. Ma di impegnarci noi per primi non se ne parla neanche. Di pensare a noi stessi come i primi responsabili del degrado? Assurdo! Grillo usa quindi la calunnia sistematica come principale strumento di propaganda per ottenere il consenso che gli procura numerose adesioni; la sua organizzazione, per diversi aspetti, è simile ad una vera e propria setta. Una censura metodica, applicata sia nel blog che nel Meetup di Beppe Grillo, fa sì che la realtà venga pesantemente distorta. Il visitatore che accede al blog o al Meetup di Beppe Grillo non legge mai tutti i commenti postati, bensì solo una parte, quella prevalentemente favorevole al pensiero di Beppe Grillo. Grazie a questa vera e propria falsificazione della realtà, viene così data l’impressione del consenso quasi univoco. Ma la realtà è ben diversa … perché la sostanza, quello che resta, quando togliamo il cerone, è triste e squallida. Infatti il racconto (al quale sono allegati alcuni documenti comprovanti quanto affermato ed esplicativi delle discussioni avvenute nel meetup) introduce il lettore nella ragnatela del Grillo, un mondo fatto di intrighi, manipolazioni e tante falsità. Termina poi con un appello al buon senso, ponendo inoltre una serie di domande rimaste ancora aperte …

Un Clic QUI per leggere e scaricare La Ragnatela del Grillo !

Ecco l’indice della Ragnatela, con i link attivi ai capitoli … Si può anche leggere on line …

ATTENZIONE: mi scuso ma non tutti i links funzionano. Infatti il precedente blog era sulla piattaforma splinder che non funziona più e mi sono accorto troppo tardi della sparizione. Ho recuperato alcune cose da www.archive.org. Ma non ho il tempo di riprendere tutto il materiale possibile …

 

13 pensieri su “La Ragnatela del Grillo – sinossi

  1. Molto interessante, mi sono letto tutta la sinossi, con più tempo torno a leggere tutto.
    Ho sempre avuto stima di Grillo, prima come comico, poi quando censurato si è dato al ” sociale “.
    Lo ho sostenuto molto, fino al primo V-day, poi quando, come giustamente hai detto tu, è passato da censurato a censuratore, ho smesso e ho pubblicato anche dei post contro al v-day 2.
    Sapeva benissimo che a causa delle elezioni le firme del secondo non sarebbero state valide e non ne ha fatto parola.
    Quando Pannella, che può piacere o no, espertissimo di referendum, lo ha fatto presente, dicendo di spostare la data che lo avrebbe appoggiato, ha continuato per la sua strada, non torna mai sui suoi passi giusti o sbagliati.
    Un saluto e buona domenica,ti ho aggiunto nella lista; Notizie, Satira, Politica, Attualità, Economia, Informazione, Controinformazione

  2. Eccomi, come promesso sono venuto a trovarti. Ho letto con molto interesse la sinossi e devo dire che anche su questo abbiamo molto in comune. Io sono stato a lungo il webmaster del meet-up di Grillo del mio paese. Diciamo che è stata un’esperienza! …da non rifare. Sono contento anche di non essere stato l’unico scemo ad aver spedito varie mail al blog di Beppe senza aver ricevuto nessuna risposta. Vabbè! L’importante è averci provato. Ciao alla prossima
    Giorgio

  3. Ciao, ho letto il post di Beppe Grillo a cui ti riferisci, quello sui cinesi a Milano. Non mi pare che vi dicano cose allarmanti o vi si usi un tono emotivo, semplicemente in quel post Grillo dice che i ghetti portano all’emarginazione ed all’isolamento di comunità di cittadini stranieri. E’ giustissimo, in Olanda ed in altri paesi del nord si creano quartieri popolari distribuendo omogeneamente tutte le etnie insieme agli olandesi: una casa con un turco, a fianco una con un olandese, a fianco una con un marocchino, a fianco una con un francese e cosi via… In questo modo è risultato che gli stranieri si integrino meglio nel tessuto sociale, cosa ci trovi di strano in tutto ciò?

  4. Ciao Delfitron!
    Riporto per chiarezza alcuni brani del post di Grillo a cui ti riferisci:

    “L’integrazione è l’obiettivo che abbiamo per chi arriva nel nostro Paese? E allora integriamoli e proibiamo i ghetti. In un quartiere non deve poter vivere più di una certa percentuale di nordafricani, di cinesi, di filippini, insieme agli italiani. Lo stesso nelle scuole. E chi arriva deve volersi integrare, imparare la nostra lingua, sventolare la nostra bandiera. O andarsene.”

    Vorrei ricordarti, come ho fatto nel capitolo 3 della Raganatela del Grillo “Ma voi siete d’accordo” l’Articolo 3 della Costituzione:

    “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

    Io non so cosa facciano in Olanda, so per certo che non è possibile OBBLIGARE qualcuno a risiedere (o NON risiedere) in un posto piuttosto che in un altro.
    Quello che scrive Grillo sulle scuole per esempio è un’ottima premessa per le classi con una percentuale massima di bambini stranieri, che non mi sembra un’ottima soluzione.
    Quanto al fatto che chi arriva deve essere obbligato a imparare la nostra lingua, e sventolare la nostra bandiera, non vedo proprio il motivo.
    Ognuno ha diritto di vivere dove preferisce, l’importante è che rispetti la legge.
    E non mi sembra che ci sia l’obbligo di parlare italiano tra le nostre leggi.
    Non credi che i Paesi stranieri siano pieni di italiani che vi risiedono senza conoscere la lingua locale? Pensa alla Grecia, ma anche alla Tailandia o agli USA.
    Pensi che tutti gli italiani che vivono lì conoscano la lingua?

    Il finale poi, “O ANDARSENE”, mi sembra degno del peggior razzismo leghista.

    Vedi tu, se non ci trovi niente di strano e ti piace così …
    Contento tu, contenti tutti …
    Ciao!

  5. E’ fuori dubbio che Grillo in quel post usa parole dure e non voglio stare qui a fare il suo esegeta ma, osservando l’atteggiamento ed i pensieri di Beppe nel suo insieme risulta evidente che è tutto fuorchè xenofobo, inoltre in quel post nonostante abbia fatto un po’ di economia di parole è chiaro che quello che dice vada contestualizzato: ha parlato in modo un po’ colorito ma riferendosi alla situazione specifica. Dei cinesi in rivolta in italia per aver subito delle multe che sventolano bandiere cinesi cosa significa secondo te? Posso capire se sventolavano bandiere della pace o bandiere per i pari diritti, ma in quel bordello mi pare che i xenofobi fossero piuttosto i “cinesi” in questione. Il succo del problema nonostante non espresso al meglio in quel post era a mio avviso quello che Grillo vi voleva denunciare, ovvero il problema della ghettizzazione dei quartieri. Se un gruppo di persone accomunate da qualcosa si isola dal contesto in cui ha scelto di vivere provoca problemi prima di tutto ai componenti del gruppo stesso e poi anche alla società in cui vive, si creano dapprima incomprensioni e poi guerre tra “diversità”. Dover imparare la lingua el posto in cui si vive al giorno d’oggi mi pare un prerequisito di grande buonsenso…In nordeuropa gli stranieri dopo pochi mesi da che sono emigrati si sentono già a casa e parte del tessuto sociale, li non ci sono ghetti.

  6. Amico!
    E’ il tono che fa la musica!
    E’ ovvio che Grillo parla di problemi che esistono. Ma non sono gli obblighi assurdi a risolverli.
    Tu fai affermazioni semplici con grande facilità, senza per altro citare le fonti.
    Per esempio:
    “In nordeuropa gli stranieri dopo pochi mesi da che sono emigrati si sentono già a casa e parte del tessuto sociale, li non ci sono ghetti.”
    Sei certo che in Germania, per esempio, non ci sia nessun problema con i Turchi, che sono altamente presenti?
    Sei sicuro che tutti si sentono subito a casa?
    Sei certo di essere in grado di imparare l’olandese in pochi mesi?
    Ma dai, su!
    Sei uno di quelli che difendono Grillo qualunque cosa dica e faccia!
    Allora, di che parliamo?

  7. Ho letto solo qualche nota biografica e, siccome sia psicologo-psicanalista vorrei approfittare per chiederti cosa ne pensi della PAS, di cui sono venuta a conoscenza in seguito all’ordinanaza del Tribunale di Venezia per il ragazzino di Cittadella. Pare che sia riconosciuta solo dalla Società Italiana e non da quella Europea. Viene usata molto in Veneto… (fonte: Sole24/salute).
    Inoltre, ho visto immagini dell’uomo in TSO morto dopo 4 gg. di torture!
    Possibile che si possa “incatenare” la gente con ordini socio-giudiziari? Che società è mai questa?

  8. Le storie della psichiatria sono spesso purtroppo molto tragiche.
    L’uso di farmaci nelle situazioni di disagio psichico è quasi sempre deleterio.
    Invece gli interessi economici per somministrare questi farmaci anche ai bambini sono fortissimi.
    Viviamo in una società dove l’aspetto economico prevale su tutto, calpestando i sentimenti di ognuno di noi, ingannandoci sui nostri bisogni e inventando fantasiose malattie e diagnosi sempre nuove per propinarci rimedi costosi e dannosi.
    Lavorare su se stessi, sui propri sentimenti, sulle induzioni emotive richiede molta energia, molta pazienza ed una guida esperta.
    Nel nostro mondo veloce la pillolina magica che risolve tutto è più facile, rende molto denaro ed incontra i gusti del pubblico.
    Anche la diffusione della droga, o della semplice sigaretta, in fondo è dovuta alla richiesta della soddisfazione di un bisogno immediato: placare le proprie ansie.
    Sicuramente non ho risposto alle tue domande, ma spero di averti dato almeno qualche idea…

  9. Giosby, stavo parlando di legislazione. Non so come funzioni negli altri Paesi, ma mi sembra una società tribale quella che autorizza “altri” (parenti nel caso del TSO, e tribunali con CTU di psicanalisti che condividono la scelta della Soc. di Psichiatria Italiana – o un ente simile – una teoria fantomatica di uno che non era neppure Prof. ma solo volontario morto poi suicida) a decidere della vita di un famigliare!
    Chiunque un giorno, in base a una pseudoscienza, può decidere di rivolgersi ad esterni (direi incompetenti) per appropriarsi della libertà di un loro “caro”…

  10. Sì dimenticata, le leggi sono veramente molto discutibili.
    La nostra società è vittima della ingordigia delle case farmaceutiche, le quali, pur di vendere i loro prodotti, spesso veri e propri veleni, finanziano discutibili ricerche e inventano malattie inesistenti.
    Indimenticabile l’acquisto di milioni di vaccini anti influenza suina da parte del governo italiano poi buttate nella pattumiere.

    Anche la storia del Ritalin non si comprende se non come una colossale truffa.

    Per fortuna le società tribali sono organizzate in modo più civile, soprattutto se non vengono inquinate dalla società occidentale …

  11. Ora ricordo il servizio sul Ritalin. Anche con gli adulti, soprattutto per la depressione, “pubblicizzavano” anche in tv il Prozac. C’è da vedere poi la dipendenza e a volte l’effetto placebo…
    Oltre al problema farmaci, la legislazione coercitiva con la PAS e il TSO è non tribale (come gistamente mi fai notare tu, non mi veniva altro termine), ma dittatoriale: strappare alla casa e agli affetti persone GIUDICATE inadatte in base a normative valide solo in Italia, dove non c’è neppure una legge contro la tortura, è demenziale e purtroppo gli effetti ricadono su povere persone deboli.

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