“Scuola, confermata la linea del rigore
Aumentano i non ammessi alla Maturità
I dati ufficiali sui risultati degli esami di Stato e degli esami conclusivi del I ciclo pubblicati sul sito del Ministero confermano ampiamente la linea del rigore emersa dai primi dati comunicati dal Miur. Sia per quanto riguarda l’esame di maturità, sia per l’esame di terza media emerge infatti un sensibile aumento degli studenti non ammessi alle prove d’esame.”
Il comunicato sembra proprio denso di trionfalismo, un inno alla gioia per l’aumento dei bocciati…
Gelmini perciò si è data della sciocca da sola e i fatti la mostrano come grande bugiarda.
“Questi giornalisti che si sono inventati dei movimenti che scaturiscono dalla Rete come il Popolo Viola che, poverini chi ci è caduto mi dispiace ma sono solo proiezioni e finanziamenti di partiti ormai beceri, oppure i pirati tedeschi e italiani, sono tutti atteggiamenti per voler scalzare il nostro movimento“
Ma bravo Beppe! Davvero geniale! I pirati che a Berlino hanno preso il 9% nella capitale tedesca sono nati soltanto per spazzare via il suo movimento …
“Il 5 dicembre pomeriggio a Roma in piazza della Repubblica è stato organizzato dalla Rete un giorno di caloroso commiato allo psiconano: il “No B day“. Io ci sarò. 250.000 persone hanno già dato la loro adesione. Il PDmenoelle ha rifiutato, alla piazza preferisce l’inciucio. Invito i Meet up a partecipare e a diffondere l’iniziativa. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.”
con tanto di video di propaganda al B-Day e un post dal titolo altisonante: Mi sono rotto i coglioni di Berlusconi
“ Il 5 dicembre ho dato l’adesione al No B-day. Non sarò sul palco e non parlerò in quanto richiesto dagli organizzatori. “Per noi è un politico e quindi non parlerà” ha deciso il comitato promotore.”
E oggi ci dice che il Popolo Viola se lo sono inventato i giornalisti …
Ma bravo Beppe.
Ma fin qui possiamo anche concordare, peccato essersene accorti solo dopo essere stato scaricato… ma cosa vuoi che sia …
Ma pensare ai Pirati di Berlino come frutto dell’antigrillismo, ci vuole proprio tanta fantasia, molto egocentrismo e un tocco di megalomania. Questo Grillo assomiglia sempre più a Berlusconi … fanno a gara per il titolo di miglior comico degli ultimi 150 anni…
Mi sa che questo il cervello se l’è bevuto lui, altro che mangiare quello dei parlamentari …
La Gelmini nasconde anche i dati che ci danno un calo dei bocciati durante il suo regno, evidenziando un altro grande merito del suo governo: la trasparenza
In effetti gli insegnanti, di fronte all’autoritarismo inutile e controproducente di Maria Stella, si sono alleati con gli studenti nel rifiuto delle indicazioni ministeriali e hanno di fatto allargato i loro giudizi con la loro benevolenza.
Meno male, aggiungo io. Almeno il fattore umano a scuola ha ancora una valenza.
Dando per scontato che sono ben poche le competenze che si riescono ad acquisire a scuola, ci si chiede che valore possa mai avere un aumento delle bocciature.
E’ ben raro quel ministro che si vanta del mancato conseguimento dei risultati, ma siccome siamo in Italia questo ci tocca.
Tuttavia la Ministra ha soltanto tagliato i finanziamenti ma non è riuscita a tagliare gli studenti.
Almeno la scuola ritrova così la sua principale funzione di socializzazione: un bel centro sociale dove i nostri ragazzi imparano un sacco di cose sulla vita.
Imaparano a fumare, a farsi le canne, le gioie del sesso e la musica buona.
Alla faccia della Gelmini.
Che rimanga nel suo tunnel!
“e del resto da quel figlio ha preso le distanze ormai da anni: è dal 1995, ha detto, di non avere contatti con lui, dal giorno del 16esimo compleanno del ragazzo. A troncare i contatti è stato proprio Anders: «Non abbiamo mai vissuto insieme – ha precisato Jens Breivik -, abbiamo avuto solo qualche contatto quando era bambino.”
Queste sono le dichiarazioni del padre di Anders Breivik, l’uomo che in Norvegia ha sterminato una settantina di ragazzi indifesi.
Non sono riuscito ad avere molte notizie della biografia di questo ragazzotto la cui lucida follia ha causato tante vittime.
La madre e la matrigna (ex seconda moglie del marito) si sono nascoste per evitare le domande dei giornalisti.
Sappiamo poco, ma sappiamo per certo che la relazione con il padre era interrotta dall’adolescenza di Anders.
Il padre ha la GIUSTIFICAZIONE pronta: non sento di essere suo padre (!!!)
Eppure è suo padre.
Essere padri richiede un certo impegno. Se lo è mai chiesto il Sig. Jens Breivik ?
Perché poi è possibile che un figlio, pur di farsi notare da suo padre, uccida tanti ragazzi, suoi ex coetanei che magari hanno una gioventù serena, con il sostegno delle loro famiglie, che li mandano fiduciose al campeggio laburista.
Per quanti anni la mente di Anders Breivik ha covato odio e rancore per un padre reale ma assente?
Avrebbe potuto raggiungerlo, chiedergli aiuto? Forse sì. Però, bisogna notare che anche il padre non pensa che avrebbe dovuto rivolgersi a lui prima di agire con la tremenda violenza che tutti conosciamo, ma che avrebbe dovuto suicidarsi piuttosto che uccidere tante persone.
E dice semplicemente che adesso non lo vuole mai più rivedere.
Evidentemente anche quest’uomo fugge dalla realtà e preferisce cancellarla piuttosto che confrontarsi con essa.
Ho letto di complotti contro la Norvegia ed altre ipotesi più o meno fantasiose. Non so, non credo. Ma tutto è possibile in questo mondo ormai incomprensibile. Resta il fatto che a compiere queste azioni è stato un uomo. Manovrato e istigato? Chissà?
Ma è lui che ha guardato in faccia quei ragazzi e ha premuto il grilletto.
La sua storia si interseca tra leggende di Dracula e la Transilvania e lotta contro l’avanzata dell’impero Ottomano.
Anch’egli fu consegnato dal padre Dracul come ostaggio al sultano nel 1444 all’età di 13 anni. Non penso che il giovanissimo Vlad abbia potuto capire e apprezzare il gesto del padre …
Un’altra separazione dal padre nel corso dell’adolescenza che innesta una spirale di violenza inaudita.
Fu educato dai turchi all’arte della guerra e, in mezzo alle storie rocambolesche del 1400, diventò infine Principe di Valacchia.
Riporto un passaggio di Wikipedia per comprendere la brutalità di quest’uomo:
“Dracula apprese questa forma di supplizio (l’impalamento) dai turchi, adattandola poi alle sue più specifiche richieste: creò metodi diversi per impalare i ladri, i guerrieri nemici, gli ambasciatori del Sultano, i traditori ecc.
I ricchi venivano impalati stendendoli più in alto degli altri o facendo ricoprire l’asta d’argento.
Per i mercanti fece incidere delle tacche sull’asta, al fine di aumentare il tempo dell’agonia.
Nella città di Sibiu, nel 1460 Vlad Ţepeş fece impalare 10.000 persone, e cosparse alcuni corpi con miele per attirare ogni tipo di insetto.
Le donne macchiatesi di tradimento nei confronti del marito venivano impalate davanti alla loro casa.
Nel 1459, durante il giorno di san Bartolomeo, a Braşov, Dracula fece invitare a palazzo alcuni mercanti che avevano mostrato odio e disprezzo nei confronti della sua persona. Decise di farli saziare di cibo e, quindi, fece sventrare il primo e obbligò il secondo a mangiare ciò che il collega, ormai senza vita, aveva nello stomaco. L’ultimo mercante venne fatto bollire e la sua carne fu data in pasto ai cani.
Nel 1461 due ambasciatori del Sultano turco Mehmed arrivarono nel palazzo, poiché quella era l’occasione per Vlad III di fare la pace con il sultano Mehmed che era il suo nemico più potente e il cui impero musulmano poteva distruggere la Valacchia senza il minimo sforzo. Quando si prostrarono ai piedi di Vlad III chinarono la testa in segno di rispetto, ma non si vollero togliere il turbante perché rappresentava il simbolo della loro religione. Ma quel gesto fu fatale, perché era un segno di disprezzo per Dracula, che irritato da quel gesto, ordinò di inchiodare il turbante alla testa degli ambasciatori.
Lo stesso Dracula amava assistere all’agonia dei suppliziati, tanto da prendere l’abitudine di banchettare in mezzo alle forche su cui erano gli impalati.
Sempre nel corso di queste ricerche ho trovato un sito dedicato ai serial killer, dove troviamo calendari di serial killer e storie di moltissime persone che hanno commesso numerose atrocità. A giudicare dalla sola esistenza del sito non sono poi rarissimi i cultori dell’omicidio e neanche i malati di mente…
Insomma, per farla breve, possiamo osservare come una grave carenza nel rapporto con il genitore omologo può condurre ad una totale anestesia del sentimento (altrimenti non si spiega la freddezza nell’uccidere e nell’osservare le sofferenze altrui nella più totale indifferenza) e, nelle situazioni peggiori al verificarsi di tremendi delitti.
Detto questo possiamo pertanto anche affermare che queste persone sono certamente colpevoli di orrendi delitti, ma anche vittime della loro malattia, una malattia che purtroppo ha gravissime conseguenze su numerosi innocenti che non hanno alcuna possibilità di scampo.
Ma veniamo adesso al nostro termine di paragone: Silvio Berlusconi.
La grande personalità di Luigi Berlusconi ha inciso profondamente nella vita del fondatore della Fininvest. Per Silvio è stato un genitore, un consigliere, un amico. E fino all’ultimo giorno è stato al suo fianco.
Padre severo, ma affettuoso e poi amico e consigliere, Luigi Berlusconi è una presenza centrale nella vita di Silvio …”
E anche quando Silvio dedica la vittoria del suo Milan al padre leggiamo Silvio che ricorda quando andava con il papà allo stadio (PAG.19):
“E finalmente, la mano nella mano, eccoci là all’entrata dello stadio, l’Arena o San Siro, e io a farmi piccolo piccolo per profittare di un solo biglietto in due”
In questo passaggio vediamo che Silvio, mano nella mano con il papà, confessa ingenuamente di avere appreso da lui l’arte della furbizia. Quel “farsi piccolo piccolo” che gli permette di non pagare il biglietto.
Possiamo chiederci oggi quanti biglietti non ha pagato e non vuole pagare il nostro “buon” Silvio facendosi piccolo piccolo?
E tra questi conti che Silvio non vuole pagare, ci sono morti altrettanto inutili? Morti per incuria? Morti per distrazione? Morti di cui i responsabili vengono coperti? Morti che hanno procurato denaro a chi poi si è dedicato a ricostruire le vite distrutte? Morti che nessuno può imputare al nostro Silvio, di cui neanche lui si sente colpevole.
Stefano Cucchi, per esempio. Quando morì il suo ministro La Russa dichiarò: ” di una cosa sono certo: del comportamento assolutamente corretto da parte dei carabinieri in questa occasione”.
E Berlusconi dov’era? Si faceva piccolo piccolo e non pagava il biglietto.
Quante storie possiamo raccontare dove abbiamo avuto morti anonime, ma Silvio mai nessuna responsabilità, nessuna complicità, niente, mai niente di niente. Ne esce sempre immacolato.
Ma allora dove sta la differenza?
Andres Breivik è una vittima malata che ha ucciso perché non ha trovato altra soluzione alla sua follia.
Silvio Berlusconi ha avuto una relazione forte con suo padre, a quanto afferma lui stesso, e pertanto ha una forte personalità e potrebbe anche scegliere di non uccidere, di non essere complice, di non coprire i misfatti e le morti inutili del nostro paese, ma non lo fa.
Lui si fa piccolo piccolo, ha imparato così a farla franca. Silvio ha la libertà di scelta e sceglie male. Ha tutte le sue responsabilità, ma riesce sempre a nasconderle grazie al suo potere.
Breivik fa tanta rabbia e tanta pena, e comunque si trova in galera. Egli ha ucciso senza pietà, accecato da un delirio.
Berlusconi fa tanta rabbia, ma a me non fa alcuna pena. Fa soltanto orrore.
Egli uccide senza mostrare a nessuno la propria responsabilità, probabilmente neanche a se stesso.
Infatti nessuno lo accusa, a parte qualche parente di povera gente uccisa “dal Fato”.
Il nostro governo ha lanciato un nuovo attacco alla libertà di accesso all’informazione, e fra qualche giorno un organo amministrativo sconosciuto ai più potrebbe ricevere poteri enormi per censurare internet.
L’Autorità per le comunicazioni, un organo di nomina politica, sta per votare un meccanismo che potrebbe perfino portare alla chiusura di qualunque sito internet straniero – da Wikileaks a Youtube ad Avaaz! – in modo arbitrario e senza alcun controllo giudiziario. Gli esperti hanno già denunciato l’incostituzionalità della regolamentazione, ma soltanto una valanga di proteste dell’opinione pubblica può fermare questo nuovo assalto alle nostre libertà democratiche.
Non c’è tempo da perdere. La prossima settimana l’Autorità voterà la delibera, e se insieme costruiremo un appello pubblico enorme contro la censura su internet potremo fare la differenza. Inondiamo i membri dell’Autorità di messaggi per chiedere di respingere la regolamentazione e preservare così il nostro diritto ad accedere all’informazione su internet. Agisci ora e inoltra l’appello a tutti!
In questi giorni seguo ragazze che sono sotto esame: terza media e maturità.
Le storie che raccontano sono incredibili.
Ne estraggo qualcuna, a caso.
Esame di matematica scritto alle medie. Il prof, con il quale non si è fatto praticamente nulla durante l’anno, aiuta tutti a fare il compito mentre il commissario legge tranquillamente il giornale.
Alle superiori il compito proposto non ha alcuna attinenza con il programma svolto nel corso dell’anno e i docenti, comprendendo il disagio degli studenti, aiutano in tutti i modi.
Il commissario sta fuori dall’aula, leggendo il giornale, bevendo caffè e fumando sigarette. E’ stato sentito dire “Adesso voglio proprio vedere che mi fa la Gelmini!”
La sensazione generale è che il Ministero abbia voluto proporre prove difficili nella speranza di stangare un po’ di studenti, ottenendo però l’effetto contrario, cioè un’alleanza tra docenti e studenti al fine di superare tranquillamente una prova d’esame che tutti (o quasi) considerano una semplice formalità.
Qualche considerazione è doverosa.
Tutta questa farsa che attinenza ha con la realtà? Potranno sempre i nostri ragazzi trovare una via per sgattaiolare i problemi, per superarli senza impegnarsi?
Questa è solo la domanda più banale, una domanda che sottintende un’accettazione del sistema scuola come sensato, nel suo essere luogo di apprendimento e di valutazione, dove ogni azione tende alla conquista del voto, unica meta del percorso scolastico.
Ma si insegna anche l’inutilità dell’impegno, la falsità. Si impara a non avere fiducia nelle proprie capacità, poiché magari qualcuno ha speso un intero anno scolastico per acquisire alcune abilità inutilmente, visto che gli viene richiesto tutt’altro.
Libretto ritrovato oggi rovistando in fondo ad un vecchio cassetto dimenticato.
“Diffidiamo de’ casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengono rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche architetture son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto – contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l’uomo abbandonato a sé stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine.”
(…)
Noi sappiamo con assoluta certezza che la civiltà non è venuta fuor dalle scuole e che le scuole intristiscono gli animi invece di sollevarli e che le scoperte decisive della scienza non son nate dall’insegnamento pubblico ma dalla ricerca solitaria disinteressata e magari pazzesca di uomini che spesso non erano stati a scuola o non v’insegnavano. Sappiamo ugualmente e con la stessa certezza che la scuola, essendo per sua necessità formale e tradizionalista, ha contribuito spessissimo a pietrificare il sapere e a ritardare con testardi ostruzionismi le più urgenti rivoluzioni e riforme intellettuali.
(…)
Essa non è, per sua natura, una creazione, un’opera spirituale ma un semplice organismo e strumento pratico. Non inventa le conoscenze ma si vanta di trasmetterle. E non adempie bene neppure a quest’ultimo ufficio – perché le trasmette male o trasmettendole impedisce il più delle volte, disseccando e storcendo i cervelli ricevitori, il formarsi di altre conoscenze nuove e migliori. Le scuole, dunque, non son altro che reclusori per minorenni istruiti per soddisfare a bisogni pratici e prettamente borghesi. Quali? Per i genitori, nei primi anni, sono il mezzo più decente per levarsi di casa i figliuoli che danno noia. Più tardi entra in ballo il pensiero dominante della “posizione” e della “carriera”. Per i maestri c’è soprattutto la ragione di guadagnarsi pane, carne e vestiti con una professione ritenuta “nobile” e che offre, in più, tre mesi di vacanza l’anno e qualche piccola beneficiata di vanità. Aggiungete poi a questo la sadica voluttà di potere annoiare, intimorire e tormentare impunemente, in capo alla vita, qualche migliaio di bambini o di giovani. Lo Stato mantiene le scuole perché i padri di famiglia le vogliono e perché lui stesso, avendo bisogno tutti gli anni di qualche battaglione di impiegati, preferisce tirarseli su a modo suo e sceglierli sulla fede di certificati da lui concessi senza noie supplementari di vagliature più faticose.”
Cambierà davvero qualcosa? Io credo che qualcosa è già cambiato, nella coscienza di tutti.
Qualcosa che, in fin dei conti, è soltanto appena cominciato!
Abbiamo tutti meno voglia di lasciarci prendere in giro.
Poi forse è vero, i grandi giochi, forse quelli non cambieranno mai.
Ma mi accontenterei della possibilità di far circolare nuove idee, di usare la fantasia invece che rinchiudersi nel grigiore di quotidianità ripetitive e noiose.
E’ come un salto fuori dalla depressione. Dobbiamo stare attenti all’euforia. Alla fase maniacale.
Altrimenti rischiamo di farci rinchiudere …
Per adesso restiamo un poco ebbri … e godiamocela un po’.
Anche se, a pensarci bene, è una ebbrezza un po’ idiota.