Milano da sogno!

 

Foto di Alberto Cane - concerto per Pisapia - 27 Maggio 2011

Grazie ad Alberto Cane cui ho rubato questa foto.

Diciamo che me la sono presa come regalo di compleanno, anche perché se non la rubavo io ci pensava di sicuro Pisapia!

Ho vissuto a Milano dal 1960 al 1997.
A volte era una città da incubo! Speriamo diventi una città da sogno!

Dove l’arcobaleno raddoppia !!!

Foto di Alberto Cane 27 Maggio 2011

La magia dell’abbraccio.

Ecco i protagonisti

Domenica 22 Maggio ad Ascoli Piceno alcuni ragazzi hanno lanciato l’iniziativa degli abbracci gratis, o Free Hugs.

Ho partecipato molto volentieri diffondendo anche un personale bigliettino:

L’azione nel centro cittadino di Ascoli Piceno ha suscitato un grande consenso. Quasi tutte le persone a cui è stato offerto un abbraccio lo hanno accettato con piacere, ricambiandolo affettuosamente e spesso commentando: “Bravi! Bravi!”

Il sorriso ha sempre accompagnato sia i ragazzi sia le persone che hanno avuto la fortuna di ricevere uno o, il più delle volte, numerosi abbracci.

Sembrava veramente di vedere passare una ventata che regalava serenità e gioia a tutti, anche se, magari, soltanto per pochi attimi.

Sono rimasto particolarmente colpito dall’approvazione delle persone anziane, sempre entusiaste.

Quattro signore non proprio giovanissime, già abbondantemente abbracciate da quasi tutto il numeroso gruppo, hanno “preteso” un caloroso abbraccio anche da me …

Questi ragazzi smentiscono il luogo comune che descrive i giovani come insensibili e indifferenti a tutto e a tutti.

I giovani hanno invece una grande energia, e una grande voglia di esprimere la loro affettività.

Nonostante un mondo che propone quasi esclusivamente “consigli per gli acquisti”.

Mi ha meravigliato invece il fatto che fossi l’unica persona oltre i 20 anni!

Sono stato accolto dal gruppo di ragazzi con la più grande semplicità.

Grazie ragazzi ! Siete grandi !

Le foto su Ascoli da Vivere
Le foto su Facebook

L’abbraccio ha una grande funzione sociale e terapeutica. Anche all’interno della famiglia è spesso trascurato. Soprattutto durante l’adolescenza si tende ad abbandonare il contatto fisico con i genitori, come fosse un segnale per manifestare la propria indipendenza.

Mentre è vero tutto il contrario: maggiore è la capacità di abbracciare i propri genitori, soprattutto l’omologo, maggiore è la propria reale autonomia.

Il rifiuto o il disamore per l’abbraccio dei genitori rischia di rendere difficile e impacciato anche il contatto fisico tra i coetanei. Anche i genitori, a volte, si “dimenticano” di coccolare un po’ i loro figli “ormai diventati grandi”.

Va bene così ragazzi!

Restiamo umani!

 

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Beppe Grillo CENSURA sempre: il lupo perde il pelo ma non il vizio!

Prova della Censura di Grillo nel suo Blog! 18 Maggio 2011

Non scrivo più sul blog di Grillo da tempo immemorabile, ma mi sembra che, in occasione di questi ballottaggi forse possiamo provare a convincere qualche lettore a fare almeno qualche riflessione.

Allora oggi ho scritto il seguente commento:

“Signor SOPRA e OLTRE,

ma una memoria dell’antifascismo ti dice niente?

Allora La Russa e Pisapia, la Santanché e De Magistris, tutta la stessa roba?

Tutta una brodaglia?

Qualunquismo puro per i polli e per aiutare NEI FATTI Berlusconi!

Giorgio Sinistra 18.05.11 07:44|”

Questo nel post trionfalista di Grillo di oggi:

Movimento 5 Stelle sopra e oltre

Dopo pochi minuti il commento non c’era più, come dimostra la foto dei commenti e della pagina salvata nel mio PC.

E’ la NEW democracy!

Evvai Grillo, il pifferaio magico!!!

Amici

Ieri un amico mi ha detto: ma perché non scrivi più sul blog?


TRIO E VIENTO by Sabine Meyer

 

Allora oggi ho pensato di scrivere sull’amicizia.

Passo la mia vita continuando a parlare con le persone. In ogni modo. Telefono, chat, email. A volte le incontro. Abbastanza raramente. Tre o quattro volte all’anno.

Fa parte del mio lavoro. Parliamo di affari. Si vende, si compra.

Però oltre a questo sento  che, quasi sempre, c’è un filo che ci lega. Una sintonia, una complicità.

Qualcosa di più del semplice “Ne hai? Quanto vuoi? Fai un po’ meno! Mandane tre!”

Quando i rapporti sono più amichevoli spesso crescono anche gli affari, ma non sempre.

Ma almeno si riesce a divertirsi facendo due chiacchiere, sfottendoci un po’, volendosi bene.

Per molti anni abbiamo avuto due cani a casa. Cioè, ne avevamo uno, Viento, ma un giorno è tornato dalle sue passeggiate solitarie portandosi un’amica. Un cane bianco, dolce, con l’aria un po’ smarrita.

E nessuno ha avuto il coraggio di chiuderle la porta in faccia. Così, per molti anni, Viento e Gringa hanno fatto parte della famiglia.

Gringa by Sabine Meyer

Avevano una intesa speciale. Ricordo che li chiamavo, per farli tornare a casa, loro si scambiavano un’occhiata densa e rapida, e poi … Via! Scappavano via con una corsa forsennata, giocando e mordicchiandosi in continuazione durante la corsa. Erano davvero amici.

Poi un giorno Viento non è più tornato a casa. Non abbiamo mai saputo perché e per come. Gringa è rimasto il nostro cane. Anche se la mancanza di Viento si è sentita a lungo.

Spesso l’amicizia non ha bisogno di parole, è una questione di intesa. E l’intesa è una faccenda più epidermica.

Ma torniamo al mio amico di prima.

E’ un “ragazzo” che cerca di dedicare un poco del suo tempo all’impegno sociale. Ci mette il cuore. Ha fondato l’Associazione I Care e, quando può, organizza iniziative, convegni, conferenze.

Adesso si impegna molto per il referendum sull’acqua, chissà perché non si impegna per il nucleare, però adesso è così.

Con Marco spesso litigo. Bonariamente, che  ci vogliamo bene, ma ci capiamo poco.

Ad ogni modo cercherò di trovare la possibilità di condividere parte delle mie esperienze, di trovare energie per sviluppare progetti e iniziative, perché alla fine la nostra esperienza possa essere utilizzata anche dagli altri, anche se il tempo dei sogni e delle grandi speranze è già finito …

Ma le trasformazioni hanno sempre tempi molto più lunghi del nostro desiderio, che avrebbe sempre aspettative magiche.

Come l’amicizia, una magia unica, che si arricchisce della diversità.

Ricordo di Vittorio Arrigoni

Vittorio Arrigoni è stato ucciso a Gaza.

Era uno di noi, un uomo di pace, con molto più coraggio di ognuno di noi, che stiamo qui a piangere e a guardare ammirati le imprese degli altri.

Ha speso la sua vita in una missione impossibile.

Sempre in secondo piano, mai protagonista. Anche la sua foto, nel profilo di Facebook, da dove l’ho presa, lo mostra nell’ombra, dietro il primo piano di una bambina.

Spero soltanto che anche la sua morte possa diventare un messaggio di pace, come la sua vita.

Non dimentichiamolo.

Guerrilla Radio, il blog di Vik

Vittorio Arrigoni su Facebook

RESTIAMO UMANI

Il precario e il clandestino.

 

La condizione del precario è quella della esistenza. Lo slogan della manifestazione del 9 Aprile è davvero condivisibile.

IL NOSTRO TEMPO E’ ADESSO. LA VITA NON ASPETTA.

Questa è realmente la condizione umana, ma non solo quella dei precari, ma quella di ognuno di noi.

Infatti, banalmente, l’unica certezza che abbiamo è la morte.

E’ vero che chi ha un lavoro precario deve combattere quotidianamente per cercare di ottenere una maggiore stabilità nel proprio lavoro. E’ vero che spesso ci sono condizioni di lavoro disumane, ma più legate, secondo me, alla stronzaggine di chi ti offre il lavoro che non alle condizioni delle leggi.

Certo, ci sono leggi antipatiche, che permettono lo sfruttamento e il ricatto della gente che ha urgenza e necessità di lavorare per sopravvivere, ma se le persone e le imprese che offrono il lavoro hanno un rapporto umano con i loro dipendenti e non li considerano al pari di automi che devono semplicemente eseguire un compito, queste leggi passano in secondo piano e i dipendenti, i collaboratori diventano un patrimonio per le imprese piuttosto che un semplice costo.

Ma dipende prima di tutto dalla persona, dal singolo imprenditore, dal suo atteggiamento nei confronti del prossimo.

La migliore legge che protegge il lavoro non potrà mai comunque cambiare l’atteggiamento di colui che odia e disprezza i propri dipendenti.

D’altra parte la condizione precaria è anche degli stessi imprenditori. Quante aziende chiudono? Quanti sono costretti a lasciare la loro attività che magari hanno da poco costituito sacrificando i risparmi di una vita?

La precarietà è una condizione dell’esistenza. Lo sa bene chi affronta il mare o viaggi comunque disagevoli in cerca di fortuna. Chi viene dall’Africa in questi giorni, senza sapere nulla del proprio destino, avendo come bagaglio soltanto la speranza di una vita migliore. Per arrivare qui ed ottenere magari soltanto un marchio che, se non stiamo attenti, tra poco qualcuno potrà pensare di marchiare col fuoco: CLANDESTINO!

Questa speranza e questa voglia di combattere quotidianamente, che accomuna tutti quanti, sono anche la nostra forza, e sono anche ciò che ci permette di godere della vita che abbiamo oggi, adesso, subito.

Perché è meglio non dimenticare mai che la vita è una condizione del tutto provvisoria.

Come ricordava Ungaretti

Si sta come

d’autunno

sugli alberi

le foglie.


 

Grazie a Potro Productions

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Chicco Testa sul nucleare, i tic e le bugie. Piccole coincidenze.

Che vergogna!

Chicco Testa era Presidente di Legambiente.

Il referendum del 1987 porta infine all’abbandono dell’energia nucleare in Italia.

Testa commentava allora:

« Il risultato è di grandissimo interesse politico. La battaglia è stata dura per i grossi interessi in campo »

Oggi è un dirigente d’azienda. E ha scritto un libro in difesa dell’energia nucleare.

**********

Durante una conversazione, di tanto in tanto ci si tocca il viso, ma all’approssimarsi del tentativo di mentire il numero delle volte in cui avvengono questi toccamenti aumenta in maniera significativa. E tra questi toccamenti autoreferenziali segnaliamo: lo sfregarsi il mento, il grattarsi un sopracciglio, il toccarsi il naso, l’accomodarsi i capelli, e il coprirsi la bocca. In particolare due di queste azioni diventano frequentissime:

* il toccarsi il naso
*  il coprirsi la bocca.
Per quanto invece riguarda il toccarsi il naso sembra ci sia una duplice spiegazione:

1.la mano si alza per nascondere “la menzogna” (il mentitore), ma viene deviata da quella parte del cervello che non può permettere che la copertura risulti così evidente; così, trovandosi il naso nelle vicinanze più prossime, la mano allunga il movimento giusto di quel poco, riuscendo nella sua funzione originaria senza svelarsi apertamente;
2.all’approssimarsi della menzogna un lieve aumento di tensione produce piccoli mutamenti fisiologici, alcuni dei quali agiscono sulla sensibilità del rivestimento interno della cavità nasale, provocando una sensazione di leggero (spesso inconsapevole) prurito, inducendo la mano (spesso in modo inconsapevole) a sfregare il naso.

Leggiamo invece quanto scrive Jean-Martin Charcot:

“I tic consistono nell’esecuzione improvvisa ed imperiosa, involontaria ed assurda, di movimenti ripetuti che rappresentano spesso una caricatura di un atto naturale”. Tra i più frequenti vi sono quelli a carico del viso come l’aggrottamento delle sopracciglia, smorfie, sbattere le palpebre, movimenti del mento, senza dimenticare il sollevamento delle spalle o i tic respiratori come il tossicchiare, lo storcere o il soffiare il naso. Normalmente l’esecuzione del tic nervoso rappresenta il raggiungimento di un sollievo subito dopo un forte vissuto di disagio o ansia. Durante tali situazioni, in queste persone sono spesso presenti sensazioni di vergogna o di colpa per affrontare le quali adottano la tattica di scaricare la tensione con una condotta motoria afinalistica.”

Attenzione però, scrive Vittorio Volpi:

“L’uso della modalità di natura economica in luogo della modalità di natura simbiotica riduce pertanto le possibilità espressive della persona allorché, per esempio, sostituisce all’amicizia la seduzione, all’amore l’erotismo, alla fiducia il controllo, all’assunzione di responsabilità l’esercizio del potere. La visione della realtà, non più equilibrata su due versanti, diventa prevalentemente economica. Il concetto stesso di sentimento si perde e si confonde con quello di emozione, in quanto l’investimento affettivo costante e profondo è precluso, e la sola esperienza disponibile è quella della risposta emotiva immediata ed effimera.

Si comprende allora perché mai una tale situazione produca atteggiamenti ripetitivi, rigidi e stereotipati, quelle “strutture di sopravvivenza”, dotate di comportamenti peculiari – cui si fa riferimento nella letteratura scientifica, per descrivere le varie forme di malattia mentale – che consentano di tenere a bada i sentimenti, e tuttavia di continuare a rispondere alle esigenze quotidiane.”

Ho la vaga sensazione che l’illuminazione sulla Via di Damasco che ha convertito il nostro Chicco Testa all’apologia dell’energia nucleare renda parecchi soldi, ma sia alquanto dispendiosa in termini di salute.

Ci puoi sempre ripensare Chicco …

Anche perché potresti rischiare di trovarti a spaccare la faccia a qualcuno senza nemmeno volerlo …

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Tafanus: Chicco Testa, ci manchi… torna in TV a spiegarci con la tua saccenteria che a Fukushima non è successo niente

Uguaglianza: il tempo è uguale per tutti.

John and Bob Kerr_ Photo by Sabine Meyer 1991

Il nostro mondo è pieno di diseguaglianze, ricchi e poveri sono lontani anni luce per la differenza di beni posseduti. Alcuni muoiono di fame mentre altri nuotano nell’oro.

Ma, a parte gli eccessi, che dovrebbero sempre essere eliminati, vista l’assurdità della morte di bambini colpevoli soltanto di essere nati nella parte sbagliata del mondo, in qualcosa siamo tutti uguali.

Le nostre giornate sono per tutti di 24 ore. Il tempo passa e nessuno diventa più giovane.

Una banalità, certo, ma quante volte ci soffermiamo a pesare il nostro tempo?

Quante volte ci impegniamo veramente a difendere il tempo che possiamo destinare a noi stessi, ai nostri affetti, ai nostri interessi?

Tutti dobbiamo dedicare alcuni tempi fisiologicamente alla sopravvivenza: dormire, bere, mangiare, urinare e defecare sono attività cui nessuno, ma proprio nessuno, può rinunciare.

E già dedicarsi a queste attività con un certo gusto, piuttosto che come allo svolgimento di pure necessità, aiuta il nostro benessere.

Potremmo aggiungere anche lavarsi, e lavare i denti …

Anche questo può essere piacevole!

Anche il luogo dove viviamo andrebbe mantenuto pulito e ordinato, già più noioso tuttavia abitare in un luogo accogliente è anch’esso un piacere (casa mia casa mia, per piccina che tu sia…)

Diciamo che, ad andar bene, 10 ore al giorno sono piene per queste attività essenziali.

Ne restano 14! Neanche poche …

Se 8 ore servono per lavorare magari altre 2 o 3 ore servono per raggiungere il posto di lavoro.

E già questa è una grande fregatura, perché questo è tempo che nessuno ci paga, anzi dove sosteniamo spese per spostarci, oltre ai disagi dovuti ad un traffico spesso congestionato, costoso e disagevole.

Una organizzazione migliore ed il telelavoro potrebbero aiutarci, anche perché sembra che in fatto di tempo libero gli italiani siano gli ultimi in Europa …

E forse qualcosa si sta muovendo, con l’aiuto del governo (strano, ma sembra vero) e il beneplacito di tutti i sindacati (uuuhhh!).

Allora ben venga il maggiore spazio per noi stessi e per i nostri affetti, purché non venga buttato via davanti alla TV…

In effetti sembra che quello che ci rubano, che cercano di prenderci a nostra insaputa sia proprio il tempo, il NOSTRO TEMPO.

Questo tempo LIBERO, se non stiamo più che attenti, in realtà viene ingabbiato nelle abitudini che ci rimbambiscono: la TV o la droga (intesa come sigarette, alcool e altri stupefacenti) o lo sport inteso come tifo (soprattutto calcistico).

La cultura, l’arte, la pratica sportiva, l’amore, l’affetto hanno magari meno spazio nella nostra vita della pubblicità (che subiamo passivamente), di you tube, delle partite di calcio trasmesse in TV, del sesso pubblicizzato o venduto, delle avventure dei reality show o anche di Facebook e Internet che ci portano a volte a naufragare senza meta più che a navigare!

Insomma, teniamoci il nostro tempo e non lasciamoci fregare stupidamente!

Pretendiamo di avere il lavoro vicino, o i mezzi di trasporto efficienti, o di lavorare a casa.

Cerchiamo di avere attenzione per coloro che ci sono vicini, con cui abbiamo un rapporto di amore e di amicizia. Non finiamo per considerarli come una parte scontata del nostro quotidiano.

Ognuno di noi è VIVO.

Finché siamo in tempo!

Ritmo di Tamara de Lempicka -1925

Tamara de Lempicka

Facebook potrebbe anche salvare qualche vita.

Credo che Facebook sia uno strumento e, in quanto tale, può essere utilizzato in molteplici modi.

Ovviamente chi lo gestisce ne ricava immensi vantaggi economici, ma chi lo utilizza usufruisce di un servizio che può anche essere utile, oltre che dilettevole.

Ovviamente può essere anche alienante, può produrre dipendenza, come tutte le cose che, in qualche modo, piacciono. Non soltanto l’alcool la droga e il fumo, ma anche un certo abbigliamento, o una certa trasmissione TV, o semplici abitudini cui non riusciamo più a rinunciare.

In qualche caso però Facebook potrebbe anche salvare la vita.

Succede infatti che qualcuno annunci proprio in Facebook la volontà di suicidarsi. Un ultimo appello, lanciato nel mare di internet, sperando magari che qualcuno possa lanciare un salvagente prima di affogare irrimediabilmente.

Purtroppo succede.

Per cercare di prevenire i suicidi il social network ha varato una nuova funzionalità, battezzata Report Suicidal Content.

Si tratta di una form da riempire e inviare qualora ci si imbatte nelle dichiarazioni di qualcuno che minaccia di suicidarsi: una volta inseriti i dettagli, un amministratore di Facebook riceverà il messaggio e prenderà “ogni provvedimento possibile”.

Grazie a Zeusnews.com

Facebook potrebbe allora rivelarsi davvero un servizio di utilità sociale e il valore di una sola vita umana non è paragonabile a nessun altro valore.

O no?

🙂