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Le sardine alla ricerca dell’identità

Lo stato nascente di cui parlava Alberoni. Eccolo comparire nuovamente sulla scena.
Nasce un movimento nuovo, nasce come una semplice scommessa, niente di più, ma intercetta un sentimento popolare che da tempo covava sotto la cenere.

La ricerca di libertà, di appartenenza sociale, di vicinanza fisica, non costruita sui like e sulle condivisioni, ma fatta di sguardi e di abbracci, di canti e di cori.

Nei partecipanti ancora la nebbia. Chi siamo, cosa faremo, cosa vogliamo. Esattamente come gli innamorati che si ritrovano uno a fianco all’altro come ubriachi, coscienti soltanto del loro desiderio di stare vicini, il più possibile. Magari hanno progetti, sogni, ma un po’ strampalati, senza l’impellenza di un confronto con un piano di realtà.

Le pulsioni allo stato puro, il trionfo dell’Es. Un’esplosione adolescenziale densa di passione, con la capacità di conquistare la piazza, luogo della gioia e della festa.

Oggi qui quella piazza non ha un nemico al potere, non è la piazza del Cile piena di sangue e di violenza, neanche quella di Hong Kong. È una piazza pacifica e preventiva. È un grido di allarme, una piazza che dice: se c’è bisogno siamo qui, siamo pronti, forse… speriamo …

Eppure questa forza della natura è ancora balbuziente. Non sa bene a chi rivolgersi, con chi dialogare. Motivazioni chiaramente di sinistra, ma che si vergogna di questa appartenenza così sputtanata nella nostra storia recente. La sinistra arriva fino a Berlinguer e a Pertini. Preistoria dal punto di vista politico. Poi ci fu Craxi, le ruberie, e la sua eredità raccolta da Berlusconi, che ha sempre trovato una sinistra compiacente, se non complice. E allora?
Né destra né sinistra, guarda caso come i cinque stelle, ma è un gioco che lascia il tempo che trova, ormai consumato. Che però permette di avvicinare tutti, gli antifascisti duri ma anche quelli morbidi.

Girando sui social nelle pagine delle sardine si palpa questa confusione. Inevitabilmente si ripropone questa domanda finale. Si, va tutto bene, ma alla fine per chi votiamo? E ci sono appartenenti a tutti… PD Verdi Potere al Popolo Comunisti etc etc. SI prevale nel dire che ognuno voterà secondo coscienza e che il grande male sono gli astenuti. Ma si coglie anche un desiderio di unità, di rabbia per la dispersione di voti fatta tra partiti e partitelli. Poi però ci sono le barriere, soprattutto anti PD, partito del liberismo e delle banche (nel vissuto popolare). E allora?

Il desiderio di unità, insito nel concetto delle sardine, la cui forza sta proprio nell’essere uniti, si infrange con l’incapacità di rivolgersi ai partiti, tutti i partiti antifascisti, per richiedere di fare un passo indietro, di rinunciare temporaneamente ai dissidi e trovare soltanto il MINIMO COMUNE DENOMINATORE, capace di cementare una forza che non abbia vergogna di definirsi di sinistra e che possa erigere una barriera contro il dilagare del razzismo, del fascismo, della prepotenza, dell’arroganza.

In fondo è quello che stanno cercando di fare, con grande fatica, 5stelle e PD. Anche se i contrasti sono sempre forti perché ognuno vuol far prevalere delle forti identità. Progetti semplici e condivisibili sono necessari, attorno cui creare condivisione e partecipazione.
Ad esempio un tema dimenticato: la liberalizzazione della cannabis.
Richieste semplici che il Parlamento possa discutere e approvare in tempi brevi.
Un obiettivo alla volta, senza dimenticare che attualmente coloro che vogliono distruggere il tessuto democratico dell’Italia sono fortunatamente all’opposizione.

È il momento di gridare per farsi sentire da chi, oggi come oggi, è maggioranza, è governo ed è potenzialmente schierato al fianco delle sardine. In una parola, cerchiamo AMICI e non NEMICI.

Tre ragazze che hanno abbandonato il NoBday

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Ricevo da Irene e volentieri pubblico:

***

Questo profilo è stato aperto ufficialmente il 26 ottobre alle ore 17 e 15 per volontà di 3 studentesse universitarie di Roma che volevano contribuire alla manifestazione del 5 dicembre.
Anche se son passati solo 3 giorni il lavoro è stato impegnativo ed ha portato a convogliare nello stesso luogo virtuale ben $ studenti dei 3 atenei romani in poche ore.
L’idea era quella di creare una rete di studenti in contatto tra loro ( anche perché qua a Roma all’università poche persone sanno dell’iniziativa e non la seguono dal web ), con referenti per le singole facoltà e volenterosi che avrebbero aiutato nel passaparola, nelle P.R., e nel volantinaggio.
Le idee per un volantinaggio poco dispendioso semplice e funzionale c’erano. C’era un’ipotesi di evento di gruppo da organizzare verso fine novembre. C’erano da fare tante cose.
Nel fare questo lavoro abbiamo incontrato varie difficoltà tra cui il dover ritagliare tempo da giornate già molto piene per un compito abbastanza complesso, il contattare attivamente e personalmente il maggior numero possibile di persone che si stavano iscrivendo per trovare i referenti, cercare di darsi appuntamenti all’esterno del web per vederci di persona con ogni singolo referente, creare un volantino poco costoso e funzionale adatto a pubblicizzare la pagina degli universitari, dare indicazioni continue su come muoversi, su come aggiungere gente tramite funzioni facebook, rispondere ai quesiti che ci venivano posti dagli utenti della pagina, spesso quesiti molto generici ai quali non potevamo neanche dare una risposta poiché riguardavano l’organizzazione generale dell’evento o questioni che avremmo dovuto affrontare con calma, passo dopo passo.

Prima di ieri inoltre ci siamo scontrate con qualche organizzatore locale e con quelli nazionali per via di una inspiegabile reticenza a:

1- rispondere a quesiti legittimi per avere sostegno e collaborazione
2- dare il proprio nominativo.

Su questo secondo punto vogliamo chiarire che Noi 3 abbiamo sempre dato per scontato che, assumendoci la responsabilità di gestire una pagina, di coordinare un movimento di centinaia di universitari, sarebbe stato Necessario rendersi palesi e disponibili, dando i nostri nominativi.

Non ci si può coprire dietro un’icona, un sito, un profilo. E’ inaccettabile.

Noi che gestiamo e coordiniamo una pagina, noi che diamo indicazioni, che facciamo da tramite dobbiamo prenderci la responsabilità di quello che diciamo e facciamo.
Per questo quando prendevamo contatto con gli studenti ci siamo sempre presentate come prima cosa, parlando anche della nostra attività universitaria, dando recapiti, mettendoci la faccia.

L’anonimato in situazioni del genere non è Ammisibile.

E’ mancanza di chiarezza alla base del movimento.

Perché per sapere il nome di uno dei coordinatori del gruppo di Roma una di noi ci ha impiegato 20 minuti ???

Questa non è collaborazione.
Questo non è assumersi le proprie responsabilità.
Questo non è essere chiari.

Il gruppo di Roma inoltre ha dato per scontate troppe cose e ha utilizzato toni da entità organizzatrice superiore e non è questa certo la situazione in cui comportarsi in maniera ottusa e poco produttiva.

L’altro grande problema che si è posto in pagina nazionale i giorni scorsi è stato quello dei partiti e delle conseguenti bandiere.
Noi abbiamo posto la questione ai coordinatori nazionali per avere chiarezza in merito ma ci è stato risposto Altro.
Abbiamo chiesto riguardo A e ci è stato risposto riguardo B.
Non siamo scemi.
Forse gli organizzatori non lo capiscono.

Non c’è stata chiarezza neanche in questo caso.

Abbiamo anche suggerito, in merito a questa questione che appariva complessa e poco chiara appunto, di inviare un Comunicato Stampa a Tutte le Segreterie dei Partiti ( cosa non complessa da attuare ) per essere chiari e netti sulla questione delle bandiere e della partecipazione apartitica e solo civile all’evento.
Cioè Di Pietro viene come Di Pietro e non con il bandierone.
Su questo come mai nessuno ci ha risposto ??

Fino a ciò stavamo comunque andando avanti con voglia e passione, stavamo crescendo e stavamo trovando referenti e gente volenterosa.

Questo fino a ieri sera. Ieri sera abbiamo scoperto che uno dei fondatori della pagina Franco Lai è stato rimosso dall’incarico di amministratore e ha scelto di uscire dal movimento, lasciando, appena possibile, una nota con le spiegazioni dettagliate dell’avvenuto.
Ed è chiaro che, dopo giorni e giorni di duro lavoro giorno e notte, lo ha fatto con dolore, rabbia, delusione.

Noi ci siamo informate, ieri sera..
Anzi abbiamo provato a informaci, lo abbiamo fatto nella pagina nazionale ponendo dubbi e quesiti.
Ma siamo state trattate in maniera poco gentile e educata da varie persone, tra cui per primo va menzionato colui che ieri rispondeva da quella pagina poiché Unico Amministratore della Pagina Nazionale per sua Volontà : San Precario.

Tale soggetto è un Tizio ( e non lo chiamiamo così a caso ) di cui Nessuno conosce l’Identità.

E non parliamo dell’identità su face book, cioè di gusti, posizioni politiche, fotine di amici, ma parliamo di Nome e Cognome.

Dobbiamo dire e far notare che : dei 6 fondatori è stato l’unico a rendersi Reperibile Solo
Via Internet.
Nessuno lo ha mai visto né sentito.

Noi troviamo Folle che una persona si assuma la responsabilità di fondare, guidare, organizzare una pagina di 150.000 e passa persone potendo scomparire da un momento all’altro, non palesandosi, non assumendosi la reale responsabilità della situazione, nascondendosi dietro un Nick Name.

Non ci troviamo nulla di Democratico in tutto ciò.

E’ facile giustificarsi, come San Tizio ha fatto, dicendo che è per non rischiare ( cosa la pelle ? siamo forse nel Cile di Pinochet ? Non facciamo i tragici. )

San Precario non rischia, e gli altri fondatori del gruppo , gli organizzatori dei gruppi locali ( non tutti ) , tra cui anche noi 3, stiamo rischiando mettendo al posto suo nome cognome e faccia ?!?!
Perché noi lo abbiamo fatto. ?? E Lui no. ??

Secondo San Precario in Questura a dare i Nominativi per i banchetti ci sareste dovuti andare Voi, non Lui, che invece rimane un Account su Facebook e qualche riga su un blog.

Potrebbe essere chiunque.

E non vogliamo certo fare fantapolitica.

Crediamo solo sia giusto in una situazione simile essere onesti, chiari, e dire chi siamo realmente e cosa stiamo facendo.
E Non mandare avanti Nomi e Cognomi altrui.

Questo San X oltretutto ha varie volte usato toni aggressivi e da fomentato e si è addirittura paragonato ai Partigiani che durante la guerra mantenevano l’anonimato. ( vedere post che ha lasciato in bacheca sulla pagina nazionale -_-‘ )

Ora noi abbiamo rispetto per i Partigiani e per quello che hanno rappresentato nel paese.

Ma non abbiamo rispetto verso chi pretende di paragonarsi ad essi. ( e senza neanche metterci la faccia. )

Leggete Tutti la Nota che abbiamo Linkato firmata franco Lai, [COPIA] uno dei fondatori del movimento che è stato costretto a scegliere di andarsene, Nota che Lai ha scritto per spiegare a tutti quello che era successo.

E riflettete sul fatto che è l’unico che ci ha fornito delle spiegazioni.

Il comitato dei fondatori e gli organizzatori ha glissato di fronte alle nostre domande,e al massimo ha parlato di semplici litigi tra Franco e San Precario

Questo vuol dire provare a prendere in giro le persone.
Pensando che non ragionino.

Noi ragioniamo,
Poniamo domande,
e cerchiamo di capire.

E abbiamo capito che in questa organizzazione non c’è chiarezza, rispetto, onestà.

Questo non ci appartiene. Non fa parte del nostro modo di lottare.
Noi lottiamo appunto non solo contro Berlusconi ma contro quello che rappresenta e per quello che non rappresenta, cioè la democrazia, la responsabilizzazione, la chiarezza, l’onestà.

Se queste cose vengono a mancare tra di noi, tutto ciò perde di senso e di forza.
E anzi diventa qualcosa di assurdo e grottesco.
Che non ci rappresenta. Che è contraddittorio. E molto ambiguo.

Con dispiacere ci accingiamo a chiudere la pagina degli studenti universitari di Roma.
Chi vorrà potrà aprirne un’altra, e intanto prendere contatti qua sopra.

A ognuno la propria riflessione.
E ognuno vive e sceglie come vuole e soprattutto come può.

Con amarezza

Ilaria, Sabrina, Irene

***

Il dialogo con gli organizzatori del NoBDay sembra veramente difficile.

Sembrano davvero troppi i lati oscuri.

Sono passate due settimane dalla manifestazione e sembra calato il silenzio.

Ma davvero abbiamo bisogno di SILENZIO ?

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Politica e statistiche: ricchi e poveri.

Traggo queste informazioni da un articolo che semplifica la visione dell’Italia:

Se l’Italia fosse un villaggio di cento persone

Leggo, tra l’altro:

“i 10 paesani più ricchi incamerano (soltanto loro!) il 26,4% del totale dei redditi, ovvero tanto quanto i 50 più poveri. E sempre i 10 più ricchi posseggono addirittura il 45% della ricchezza netta del Villaggio Italia. I più poveri, solo il 2,6%. Le persone considerate in stato di «povertà assoluta» sono 4. 13 hanno un «basso reddito» (meno di 7.900 euro l’anno).”

Una riflessione banale: ci vuole molto ad avere un programma politico per il quale queste ricchezze vanno RIDISTRIBUITE più equamente?

Vi sembra accettabile che accanto a che crepa quasi di fame ci sia gente che guadagni 3, 4,  5, 10, 20 milioni di euro all’anno? o 100 magari?

Dobbiamo affrontare una crisi? Bene! Per 3 anni proibiamo guadagni che vadano oltre una certa cifra, diciamo 150.000 euro all’anno.  Ce n’è abbastanza per vivere alla grande, no?

Certo magari il riccone non potrà cambiare la barca,  ma quelli che non riescono ad arrivare a fine mese potrebbero avere benefici non da poco.

In fondo la ricchezza è quasi sempre una differenza che arriva alla nascita. Se hai fortuna di nascere in una ricca famiglia …

La gente vota poco, perché poi le differenze nelle loro tasche sono poche! Ma se qualcuno comincia a dire: meno ricchezza e meno povertà!

Un messaggio semplice semplice!

Alziamo gli stipendi bassi e abbassiamo gli stipendi alti!!!

E’ semplice!

Siccome la maggioranza ha stipendi bassi, come mostrano le statistiche, la maggioranza voterà chi vuole migliorare le condizioni di vita della MAGGIORANZA.

Certo, la minoranza,  grazie ai suoi soldi, si opporrà in tutti i modi. Ma se la maggioranza riuscirà a far arrivare il suo SEMPLICE messaggio, dimostrando anche che è possibile, la vittoria è certa.

Al di là delle ideologie!

Non sono un economista, non sono in grado di considerare i contraccolpi di una politica del genere, l’aumento dell’evasione fiscale, e di tutti i sotterfugi per evitare una drastica riduzione delle ricchezze di qualcuno, ma possibile che la politica sia solo quella di mantenere privilegi incredibili e tacitare chi, in povertà, non ha alcun potere?

O no?

🙂

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