Anche gli italiani non scherzano …
🙂 😉 🙂
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Un altro anno sta per finire.
Saremo sommersi da tg che ci ricorderanno
del terremoto in abruzzo,
del fatto che lo spumante italiano va per la maggiore la sera del cenone,
della crisi,
degli esperimenti fantasmagorici del CERN, delle guerre,
della statuetta in faccia a Berlusconi,
del popolo viola,
del passaggio al digitale terrestre,
della rivolta in Tibet,
della strage di Viareggio,
della nascita della CAI,
della sospensione di De Magistris,
di Eluana Englaro,
della condanna di Mills,
degli accordi con la Libia per rispedire indietro i barconi di poveri disgraziati in cerca di una vita migliore,
dei pregiudizi sui Rom,
della bocciatura della legge 40,
dei pirati nel golfo di Aden,
del divorzio Lario/Berlusconi,
dei festini a villa Certosa,
dell’emergenza rifiuti,
della pillola abortiva approvata e poi ripudiata,
delle dimissioni di Boffo,
dell’influenza suina,
della bocciatura del lodo Alfano,
della morte di Stefano Cucchi,
del divieto di esporre crocifissi in classe,
della morte di Alda Merini e Mike Bongiorno,
del Nobel per la pace ad Obama,
etc.
Faranno un bilancio di quel che è stato e un pronostico di quel che sarà.
Gli oroscopi (a cui nessuno crede ma che tutti guardano) la faranno da padroni;
l’ultima abbuffata obbligatoria dell’anno avrà corso (alla facciaccia dei tanti che muoiono ogni giorno di fame);
tutti cercheranno di trascorrere la serata più divertente dell’anno (che poi non si capisce perché quel 3 marzo a casa con gli amici, una chitarra e una bottiglia di vino debba essere stato per forza da meno);
si terranno i soliti rituali “magici”: intimo rosso, 12 chicchi d’uva, lenticchie e cotechino (come se cambiasse qualcosa il farlo);
corni e cornetti, fuochi d’artificio e trenini;
promesse di cambiamento, auspici per un anno migliore di quello passato, lacrime di coccodrillo.
É come se il tempo si fermasse nell’attesa.
In realtà tutto avviene in un istante, in un secondo infinitesimale ma allo stesso tempo ridondante e logorroico.
Un salto spaziotemporaneo.
Tutto si capovolge, cambia senso, diventa fantasmagorico, si spegne, si accende, vive, smette di esistere. Un mondo alla rovescia che assorbe i suoi opposti e li manipola fino a raggiungere la loro stessa negazione (Bachtin).
Mi viene in mente Pulci e il suo Morgante, in gargantueschi banchetti, gli imbrogli, il mascheramento, il falso mito del poema epico cavalleresco, l’ironia e la stupidità dell’uomo che, credendo di compiere atti infinitamente grandi si perde in un bicchier d’acqua e muore per la puntura di un piccolo granchio.
Questo mi viene in mente pensando al mondo impegnato in festeggiativi per un numero (2009) che cambia (2010).
Il gigante Morgante e il gigante nano Margutte.
Il primo è un pagano sconfitto da Orlando, convertito al cristianesimo e divenuto fedele scudiero del paladino, il secondo è un furfante, dedito ai piaceri della gola, al vagabondaggio agli imbrogli.
(Chi vi ricordano?)
Tutti noi quella sera, brandendo i bicchieri e rinnegando il nostro essere, rispondiamo alla domanda di Morgante
alla maniera del vil Margutte:
In poche parole la risposta è: non credo a nulla, nulla mi importa, solo di aver la pancia mia piena. Gli altri? Chi se ne frega!
Il discorso tra i due è infatti preludio ad una truffa nei confronti di uno stolto oste. I due, consumato un pantagruelico pasto, malmenano il malcapitato e scappano senza pagare.
Perfetta trasposizione ironica del poema epico cavalleresco reale che ci raccontano e che siamo soliti raccontarci, attacco per nulla pretenzioso all’elogio dell’egoismo imperante.
Ora scusatemi, ma farò di proposito un uso criminoso, personale ed autocelebrativo di questo mezzo.
Vorrei abbracciare Simona e augurarle una vita felice con la sua bambina,
auguro ad Ema di continuare così ed essere sempre più forte,
a Frà di abbattere mille barriere,
a Uccio di trovare un affetto caro,
a me stessa di riuscire a mettere in pratica un pizzico della teoria della condivisione e dell’orizzontalità dell’organizzazione della società che tanto mi è cara (poi se arriva pure un lavoro che duri più di un mese, schifo non mi fa :P).
A te Giorgio auguro tanta serenità, ti ringrazio per il tuo blog e perché sopporti il mio straparlare!!!
S.
* * *
Grazie S. per il bel contributo!
Buon Anno a Te e a tutti gli amici del blog!
Il 2010 sarà sicuramente più profumato …
😉
Omaggio ad Andrea Pazienza, artista scomparso tragicamente più di 20 anni or sono.
Spero soltanto che nessuno raccolga l’invito della tavola, ma a volte situazione apparentemente senza vie di uscita si possono risolvere soltanto grazie a un pizzico di follia.
In altre situazioni, troppe purtroppo, non si esce in piedi…
In fondo genio e follia spesso convivono
Tratto da Nodi di R.D. Laing
In lui ci dev’essere qualcosa che non va
perché non agirebbe come fa
se così non fosse
quindi agisce come fa
perché in lui c’è qualcosa che non va
Non crede che in lui ci sia qualcosa che non va
perché
in lui una delle cose
che non va
è il fatto che non creda che in lui ci sia
qualcosa che non va
quindi
dobbiamo aiutarlo a rendersene conto,
il fatto che non creda che in lui
ci sia qualcosa che non va
è in lui una delle cose
che non va.
in lui c’è qualcosa che non va
perché crede
che in noi ci sia qualcosa che non va
per il fatto che cerchiamo di aiutarlo a vedere
che ci dev’essere qualcosa in lui che non va
a credere che ci sia qualcosa in noi che non va
per il fatto che cerchiamo di aiutarlo a vedere che
lo stiamo aiutando
a vedere che
non lo stiamo perseguitando
aiutandolo
a vedere che non lo stiamo perseguitando
aiutandolo
a vedere che
si rifiuta di vedere
che c’è qualcosa in lui
che non va
a non vedere che c’è qualcosa in lui
che non va
a non esserci riconoscente
almeno del nostro cercare di aiutarlo
a vedere che c’è qualcosa in lui
che non va
nel non vedere che ci dev’essere qualcosa
in lui che non va
nel non vedere che ci dev’essere qualcosa
in lui che non va
nel non vedere che c’è qualcosa in lui
che non va
nel non vedere che c’è qualcosa in lui
che non va
a non essere riconoscente
che non abbiamo mai cercato di far sì
che si sentisse riconoscente
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