Cambierà davvero qualcosa? Io credo che qualcosa è già cambiato, nella coscienza di tutti.
Qualcosa che, in fin dei conti, è soltanto appena cominciato!
Abbiamo tutti meno voglia di lasciarci prendere in giro.
Poi forse è vero, i grandi giochi, forse quelli non cambieranno mai.
Ma mi accontenterei della possibilità di far circolare nuove idee, di usare la fantasia invece che rinchiudersi nel grigiore di quotidianità ripetitive e noiose.
E’ come un salto fuori dalla depressione. Dobbiamo stare attenti all’euforia. Alla fase maniacale.
Altrimenti rischiamo di farci rinchiudere …
Per adesso restiamo un poco ebbri … e godiamocela un po’.
Anche se, a pensarci bene, è una ebbrezza un po’ idiota.
La condizione del precario è quella della esistenza. Lo slogan della manifestazione del 9 Aprile è davvero condivisibile.
IL NOSTRO TEMPO E’ ADESSO. LA VITA NON ASPETTA.
Questa è realmente la condizione umana, ma non solo quella dei precari, ma quella di ognuno di noi.
Infatti, banalmente, l’unica certezza che abbiamo è la morte.
E’ vero che chi ha un lavoro precario deve combattere quotidianamente per cercare di ottenere una maggiore stabilità nel proprio lavoro. E’ vero che spesso ci sono condizioni di lavoro disumane, ma più legate, secondo me, alla stronzaggine di chi ti offre il lavoro che non alle condizioni delle leggi.
Certo, ci sono leggi antipatiche, che permettono lo sfruttamento e il ricatto della gente che ha urgenza e necessità di lavorare per sopravvivere, ma se le persone e le imprese che offrono il lavoro hanno un rapporto umano con i loro dipendenti e non li considerano al pari di automi che devono semplicemente eseguire un compito, queste leggi passano in secondo piano e i dipendenti, i collaboratori diventano un patrimonio per le imprese piuttosto che un semplice costo.
Ma dipende prima di tutto dalla persona, dal singolo imprenditore, dal suo atteggiamento nei confronti del prossimo.
La migliore legge che protegge il lavoro non potrà mai comunque cambiare l’atteggiamento di colui che odia e disprezza i propri dipendenti.
D’altra parte la condizione precaria è anche degli stessi imprenditori. Quante aziende chiudono? Quanti sono costretti a lasciare la loro attività che magari hanno da poco costituito sacrificando i risparmi di una vita?
La precarietà è una condizione dell’esistenza. Lo sa bene chi affronta il mare o viaggi comunque disagevoli in cerca di fortuna. Chi viene dall’Africa in questi giorni, senza sapere nulla del proprio destino, avendo come bagaglio soltanto la speranza di una vita migliore. Per arrivare qui ed ottenere magari soltanto un marchio che, se non stiamo attenti, tra poco qualcuno potrà pensare di marchiare col fuoco: CLANDESTINO!
Questa speranza e questa voglia di combattere quotidianamente, che accomuna tutti quanti, sono anche la nostra forza, e sono anche ciò che ci permette di godere della vita che abbiamo oggi, adesso, subito.
Perché è meglio non dimenticare mai che la vita è una condizione del tutto provvisoria.
Il 4 Dicembre del 1993 moriva Frank Zappa.
La sua idea della musica era del tutto originale.
Ho visto un suo concerto a Milano, è rimasto impresso nella memoria, come il suo disco con la copertina disegnata da Tanino Liberatore, e un altro mito: the UTOPIA.
Era dissacratorio in tutti i sensi e negli ultimi tempi della sua vita, già gravemente malato, dimostrò di non aver perso la sua vena polemica, annunciando, come già fatto qualche decennio addietro, di volersi candidare alla Presidenza degli Stati Uniti, in aperto dissenso con la politica dell’ex Presidente Reagan e con quella di George H. W. Bush con questo slogan:
Grazie per tutte le emozioni che ci hai lasciato, l’energia, i ricordi e la musica che ancora ci stupisce.
Una nota curiosa, sempre in relazione al 4 Dicembre, ma nel 1971.
In quella data era previsto un concerto di Frank Zappa & The Mothers of Invention a Montreux, in Svizzera.
Uno spettatore lanciò un razzo e tutto andò a fuoco. I Deep Purple stavano registrando un disco e da quell’episodio nacque la mitica Smoke oon the Water.
Ecco le parole, che forse pochi hanno notato:
We all came out to Montreux
On the lake Geneva shoreline
To make records with a Mobile
We didn’t have much time
Frank Zappa and the Mothers
Were at the best place around
But some stupid with a flare gun
Burned the place to the ground
Smoke on the water, fire in the sky
Già marchiata a fuoco come puttanella, piccola ladra e grande bugiarda.
Chi la strattona di qua e chi la tira di là, a parte la sua famiglia che (sembra) neanche la rivuole vedere (ma sarà vero?)
Eppure lei è la vittima di questa assurda storia.
Introdotta in un mondo più grande di lei grazie alla sua bellezza.
Ma trattata come semplice carne da macello, da chi la desidera a tal punto da far aprire la porta della sua cella, pur di ingraziarsela, fino a chi la usa come una clava per riuscire ad abbattere un Re Nudo, che più nudo non si può, laddove non è riuscito né Bersani né Di Pietro, né il popolo viola e nemmeno Fini.
Ruby oggi diventa maggiorenne, almeno così ho letto, ed è corteggiata da tutta l’Italia.
Potrebbe fare un bel gesto, potrebbe dare un bello schiaffo a tutto questo Paese corrotto dove tutto è possibile grazie ai danè e grazie al potere, dove non bisogna essere bravi ma apparire per avere qualche merito.
Se davvero ha rubato potrebbe presentarsi in una qualunque questura e costituirsi.
Sarebbe proprio un bello schiaffo alla mentalità mafiosa di questo Paese.
Non è Berlusconi che sorprende, sono quelli che lo applaudono sempre e comunque.
Lui ormai potrebbe uccidere in diretta TV un bambino indifeso e troverebbe sempre qualcuno pronto a contestualizzare e a gridare al complotto contro di lui.
Vai in questura, Ruby!
Ruba il cuore di noi tutti!
Tu rappresenti la dignità di tutto un Paese.
A Zio Paperone non dargliela (vinta)!
Te lo chiede un Paperino qualunque!
Dolce piccola grande bocca di rosa!
Stiamo cercando di portare avanti un progetto: la diffusione di questo documentario (anteprima) sui luoghi dove viviamo.
Non sempre è facile integrarsi in un luogo nuovo. Eppure, piano piano …
Non siamo nati nel Piceno, ci viviamo da solo cinque anni. Possono essere tanti, ma sono anche pochi.
Lo guardiamo ancora con l’occhio del turista, con l’occhio di chi, avendo vissuto più di 40 anni a Milano, come me, prova ancora gioia a vedere un panorama esteso e piacevole, che non sia di cemento o di pianura infinita un po’ più in là.
Mi piace anche vivere vicino al mare, sogno continuo della mia gioventù, che ormai è per me a un tiro di schioppo.
Eppure ancora non mi sento un Piceno. Mi porto dietro la mia cultura Lombarda, pur essendo nativo della Sicilia.
Ma qui esiste una specie di silente rassegnazione, un fatalismo atavico che sembra avvolgere tutto.
Nel film traspare, a volte, quando gli anziani raccontano le loro esperienze, come la signora che lavora il tombolo ad Offida.
“Ormai non c’è più né chi lo fa, né chi lo vende, né chi lo compra” come a segnalare l’estinzione di un’arte che rimane un patrimonio antico.
O il vecchio pescatore, il Capitan Palestini, che pensa che adesso, con le tecniche attuali, i pescatori non si bagnano neanche più le mani.
Mi piace la musica del film, viva e densa di energia, con Edmond Schmidt che trasmette la sua carica umana densa di simpatia e di cordialità.
Mi piacciono i ragazzi del gruppo popolare “A Randerchitte” che esprimono sempre gioia e divertimento con semplicità e naturalezza, interpretando lo spirito locale nella sua versione più Boccaccesca…
Mi piace Gigi Girolami con i suoi presepi fatti di passione, dove si nota l’amore per un lavoro minuzioso che possa riprodurre fedelmente gli avvenimenti storici. Uno strumento prezioso per permettere soprattutto ai bambini di vivere la storia come qualcosa che gli appartiene piuttosto che una fredda sfilza di date da imparare sui libri.
Mi piacciono le mani degli artisti , mani forti, che lavorano con i materiali del luogo: il travertino o il legno che il mare regala alle spiagge, le pietre trovate lungo il fiume o le erbe con i loro preziosi aromi.
Mi piacciono i muri, strani, storti con mattoni mai uguali tra di loro, come quelli della casa dove abitiamo, che raccontano storie antiche quando le case si tiravano su una pietra alla volta, magari dopo le fatiche di una giornata intera.
Mi piacciono le feste che rallegrano le sere fresche dell’estate
Mi piacciono i ragazzi, specie quando esprimono gioia, come Cristina
O quando si esprimono con la loro musica, come Andrea Grelli
Mi piace anche avere vicino una città come Ascoli Piceno, che trovo vivibile. Si può passeggiare per la città e utilizzare i suoi servizi in modo abbastanza tranquillo. Si può anche ammirare le sue splendide torri, le piazze e i suoi angoli eleganti e storici, con i vicoli dei suoi quartieri antichi.
Insomma mi piace il Piceno ed è per questo che penso che distribuire questo film non sia soltanto una operazione commerciale, ma anche un modo di contribuire al territorio che ormai sentiamo come nostro, di mostrare un modo di vivere, di mostrare la bellezza e di arricchire il luogo valorizzando il patrimonio che possiede suggerendone la visita al maggior numero di persone possibile.
Chi vuole aiutarci nella distribuzione è benvenuto …
Sabine Meyer, fotografa, vive da alcuni anni nel Piceno.
Thomas Meyer, musicista e videomaker, esige sempre l’alta qualità nelle sue produzioni audio e video.
Il suo ClassicConcept effettua riproduzioni fedeli per differenti artisti in tutta la Germania.
Alla luce di questa esperienza i due fratelli Meyer hanno deciso di collaborare in un ambizioso progetto nell’estate del 2009, raccogliendo testimonianze di cultura, arte e gastronomia nel Piceno, sempre immerso in un contesto naturale di indiscutibile bellezza.
Ne risulta un documentario di 90 minuti denso delle più svariate esperienze, sempre con una grande attenzione per l’estetica.
Sabine Meyer ha saputo raccogliere in breve tempo il lavoro di artisti residenti nel Piceno.
Alcuni di loro sono nativi della splendida provincia di Ascoli Piceno, mentre altri si sono trasferiti proprio in questi luoghi, magari provenendo da altri Paesi Europei, seguendo una “magica” ispirazione che i paesaggi suggeriscono.
Scultori, pittori, poeti e musicisti si susseguono tra un panorama e l’altro illustrando con umiltà un assaggio del loro lavoro.
Un’attenzione particolare per i lavori antichi e tradizionali che hanno contribuito ad edificare il carattere Piceno.
Dalla pesca all’artigianato, dalla cucina all’agricoltura si può godere di una visione originale del territorio.
Il video evidenzia la relazione tra la cultura antica e le giovani generazioni che spesso hanno saputo raccogliere lo spirito delle tradizioni e utilizzarlo per la propria crescita.
Il patrimonio artistico di Ascoli Piceno e di altri paesi della provincia sono descritti con cura dagli operatori culturali del luogo. Le immagini hanno una grande forza descrittiva ed artistica e i commenti definiscono semplicemente il contesto storico delle grandi opere riprese.
Infine la gioia delle feste e del divertimento traspare spesso nella bellezza del paesaggio.
Il mare e i dolci pendii delle colline tra viti ed ulivi, glicini e girasoli completano un percorso che risulta essere un semplice invito a visitare personalmente luoghi così ricchi di cultura ed accoglienti.
Il 2 gennaio Gianfranco Mascia, dopo un periodo di meritato riposo dalle fatiche dovute all’organizzazione del No B Day si prende la briga di rispondere sul suo blog alle numerose richieste di chiarimenti.
Risponde nella fattispecie a Francesco Beato, in data 2 Gennaio 2010 a un commento di Francesco Beato del 10 Dicembre 2009.
Diciamo che di tempo per riprendersi il povero Mascia ne ha avuto abbastanza …
In queste risposte voglio osservare soltanto un PICCOLO particolare:
Mascia scrive:
” Ho scambiato con Franco (Lai) alcuni messaggi in cui lui si rammaricava del fatto che non si sia fatto molto per evitare l’anonimato di San Precario.”
Guardate adesso qui:
Dai Gianfranco, tutta la rete ha parlato dell’episodio di Franco Lai, tu stesso dici di aver scambiato dei messaggi con lui e poi dici che non lo conosci?
Mah!
AGGIORNAMENTO DEL 7 GENNAIO: GIANFRANCO MASCIA AFFERMA SUL SUO BLOG DI AVERE SCAMBIATO MESSAGGI CON FRANCO LAI SOLTANTO IL 21 DICEMBRE E PERTANTO CHE NELLA DATA DEL VIDEO, 5 DICEMBRE, NON CONOSCEVA FRANCO LAI.
ANCHE LO STESSO FRANCO LAI CONFERMA CIO’ CHE AFFERMA MASCIA.
MI SCUSO PERTANTO CON GIANFRANCO MASCIA, ANCHE SE IL PARTICOLARE E’ PIUTTOSTO IRRILEVANTE E RESTIAMO SEMPRE IN ATTESA DI ALTRE RISPOSTE …
Ma andiamo oltre …
Alla fine Mascia scrive:
“Io spero di aver risposto. Faccio cortesemente notare che sono da due ore al computer e che – sinceramente – preferisco parlare del futuro piuttosto del passato.”
Ecco i miei commenti sul suo blog:
Caro Gianfranco,
grazie per aver passato ben 2 (due!) ore al computer per rispondere a qualche domanda.
L’impresa mi sembra quasi eroica.
Io, che non godo della tua popolarità, a volte ci passo molto più tempo solo per cercare qualcosa che mi convince poco.
Ma probabilmente sono uno stupido maniaco …
Ad ogni modo manca qualche rispostina e io, umilmente ti ripropongo le domandine, anche se aspetto dal 14 Dicembre alcune risposte, specie sugli insulti di San Precario che ho riportato nell’altro post da te completamente abbandonato …
1)
Gianfranco Mascia scrive che controlla il sito ilpopoloviola.it di cui è intestatario Rosario Mascia. (sono curioso e sono andato a vedere …)
E’ un parente? Mah.
2)
La situazione è ben poco chiara:
quanti POPOLI VIOLA ci sono?
se Gianfranco pensa, finalmente, che l’Anonimato non sia accettabile in un movimento che ha bisogno di TRASPARENZA e correttezza, cosa ci fa nell’altro Popolo Viola?
Cosa possiamo imparare da tutta questa strana storia?
3)
Aggiungo che San Precario è anche un utente del sito
—.popoloviola.it, gestito da Gianfranco Mascia.
Quanti sono i POPOLO VIOLA?
L’anonimato nel popolo viola è accettato?
E’ accettabile? 4)
Aggiungo un’altra richiesta: Tu scrivi sopra ->
“perchè non pubblicate le scansioni di chi ha firmato le richieste di autorizzazione?
Ho risposto sopra su chi siano i firmatari dell’autorizzazione. Spero che ti fidi”
Perché dovrei fidarmi Gianfranco?
Sono anni che assilliamo Berlusconi (GIUSTAMENTE) dicendo che non ci fidiamo di LUI, che vogliamo andare a fondo, vedere i documenti, i processi, le indagini della magistratura e TUTTO ciò che lo riguarda e INVECE di TE dobbiamo FIDARCI !
In base a quale PRINCIPIO?
Una LEGGE AD PERSONAM giusto per te e il Popolo Viola?
La Trasparenza o vale per tutti oppure non vale niente!
Ho la pazienza per aspettare ancora.
Buona Befana!
______________________________________
“leggo nel blog di Susanna Ambivero, a proposito di una tua risposta:
(Gianfranco Mascia)”Mi stupisce rivelando che la data del 5 dicembre è stata decisa unilateralmente da Di Pietro e Ferrero salvo poi presentarla come una data proposta dal “popolo della Rete”.