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Natale, a volte, è un’emozione.

Natale è una lacrima per una stupida cravatta,

un’altra lacrima per qualcuno che non c’è più

e per qualcuno che forse non ci sarà domani,

come tutti noi.

Quando domani è un giorno come un altro

che comunque arriverà,

anche se, a volte,

specialmente essendo giovani,

che la fine sembra così lontana

da sembrare impossibile,

invisibile e irraggiungibile,

ci facciamo male inconsapevoli,

che il rischio sembra soltanto

il pepe della vita.

Volersi bene è una conquista,

non è un automatismo.

Andiamo tutti verso la morte,

ma forse possiamo ancora usare

differenti velocità

per il nostro emozionante viaggio,

cercando di renderlo

delizioso e infinito.

Ciao 2009 !

Un altro anno sta per finire.

porchetta5

Saremo sommersi da tg che ci ricorderanno

del terremoto in abruzzo,

del fatto che lo spumante italiano va per la maggiore la sera del cenone,

della crisi,

degli esperimenti fantasmagorici del CERN, delle guerre,

della statuetta in faccia a Berlusconi,

del popolo viola,

del passaggio al digitale terrestre,

della rivolta in Tibet,

della strage di Viareggio,

della nascita della CAI,

della sospensione di De Magistris,

di Eluana Englaro,

della condanna di Mills,

degli accordi con la Libia per rispedire indietro i barconi di poveri disgraziati in cerca di una vita migliore,

dei pregiudizi sui Rom,

della bocciatura della legge 40,

dei pirati nel golfo di Aden,

del divorzio Lario/Berlusconi,

dei festini a villa Certosa,

dell’emergenza rifiuti,

della pillola abortiva approvata e poi ripudiata,

delle dimissioni di Boffo,

dell’influenza suina,

della bocciatura del lodo Alfano,

della morte di Stefano Cucchi,

del divieto di esporre crocifissi in classe,

della morte di Alda Merini e Mike Bongiorno,

del Nobel per la pace ad Obama,

etc.

Faranno un bilancio di quel che è stato e un pronostico di quel che sarà.

Gli oroscopi (a cui nessuno crede ma che tutti guardano) la faranno da padroni;

l’ultima abbuffata obbligatoria dell’anno avrà corso (alla facciaccia dei tanti che muoiono ogni giorno di fame);

tutti cercheranno di trascorrere la serata più divertente dell’anno (che poi non si capisce perché quel 3 marzo a casa con gli amici, una chitarra e una bottiglia di vino debba essere stato per forza da meno);

si terranno i soliti rituali “magici”: intimo rosso, 12 chicchi d’uva, lenticchie e cotechino (come se cambiasse qualcosa il farlo);

corni e cornetti, fuochi d’artificio e trenini;

promesse di cambiamento, auspici per un anno migliore di quello passato, lacrime di coccodrillo.

É come se il tempo si fermasse nell’attesa.

In realtà tutto avviene in un istante, in un secondo infinitesimale ma allo stesso tempo ridondante e logorroico.

Un salto spaziotemporaneo.

Tutto si capovolge, cambia senso, diventa fantasmagorico, si spegne, si accende, vive, smette di esistere. Un mondo alla rovescia che assorbe i suoi opposti e li manipola fino a raggiungere la loro stessa negazione (Bachtin).

Mi viene in mente Pulci e il suo Morgante, in gargantueschi banchetti, gli imbrogli, il mascheramento, il falso mito del poema epico cavalleresco, l’ironia e la stupidità dell’uomo che, credendo di compiere atti infinitamente grandi si perde in un bicchier d’acqua e muore per la puntura di un piccolo granchio.

Questo mi viene in mente pensando al mondo impegnato in festeggiativi per un numero (2009) che cambia (2010).

Il gigante Morgante e il gigante nano Margutte.

Il primo è un pagano sconfitto da Orlando, convertito al cristianesimo e divenuto fedele scudiero del paladino, il secondo è un furfante, dedito ai piaceri della gola, al vagabondaggio agli imbrogli.

(Chi vi ricordano?)

Tutti noi quella sera, brandendo i bicchieri e rinnegando il nostro essere, rispondiamo alla domanda di Morgante

[Disse Morgante: – Tu sia il ben venuto:
ecco ch’io arò pure un fiaschetto allato,
che da due giorni in qua non ho beuto;
e se con meco sarai accompagnato,
io ti farò a camin quel che è dovuto.
Dimmi più oltre: io non t’ho domandato
se se’ cristiano o se se’ saracino,
o se tu credi in Cristo o in Apollino.]

alla maniera del vil Margutte:

[Rispose allor Margutte: – A dirtel tosto,
io non credo più al nero ch’a l’azzurro,
ma nel cappone, o lesso o vuogli arrosto;
e credo alcuna volta anco nel burro,
nella cervogia, e quando io n’ho, nel mosto,
e molto più nell’aspro che il mangurro;
ma sopra tutto nel buon vino ho fede,
e credo che sia salvo chi gli crede;
e credo nella torta e nel tortello:
l’uno è la madre e l’altro è il suo figliuolo;
e ‘l vero paternostro è il fegatello,
e posson esser tre, due ed un solo,
e diriva dal fegato almen quello.
E perch’io vorrei ber con un ghiacciuolo,
se Macometto il mosto vieta e biasima,
credo che sia il sogno o la fantasima;
ed Apollin debbe essere il farnetico,
e Trivigante forse la tregenda.]

In poche parole la risposta è: non credo a nulla, nulla mi importa, solo di aver la pancia mia piena. Gli altri? Chi se ne frega!

Il discorso tra i due è infatti preludio ad una truffa nei confronti di uno stolto oste. I due, consumato un pantagruelico pasto, malmenano il malcapitato e scappano senza pagare.

Perfetta trasposizione ironica del poema epico cavalleresco reale che ci raccontano e che siamo soliti raccontarci, attacco per nulla pretenzioso all’elogio dell’egoismo imperante.

Ora scusatemi, ma farò di proposito un uso criminoso, personale ed autocelebrativo di questo mezzo.

Vorrei abbracciare Simona e augurarle una vita felice con la sua bambina,

auguro ad Ema di continuare così ed essere sempre più forte,

a Frà di abbattere mille barriere,

a Uccio di trovare un affetto caro,

a me stessa di riuscire a mettere in pratica un pizzico della teoria della condivisione e dell’orizzontalità dell’organizzazione della società che tanto mi è cara (poi se arriva pure un lavoro che duri più di un mese, schifo non mi fa :P).

A te Giorgio auguro tanta serenità, ti ringrazio per il tuo blog e perché sopporti il mio straparlare!!!

S.



* * *

Grazie S. per il bel contributo!

Buon Anno a Te e a tutti gli amici del blog!

Il 2010 sarà sicuramente più profumato …

😉

Allattamento materno: chi ben comincia … è a metà dell’opera!

Fin dalla nascita, troppo spesso, si assiste alla separazione tra madre e figlio. Il bambino dovrebbe poter essere attaccato al seno nella prima mezzora di vita, se non proprio immediatamente, che è la cosa più naturale…

Dove sta la verità?

In generale, le politiche sanitarie che effettuano dei veri e propri sabotaggi dell’allattamento al seno sono molteplici. La stessa diffusione, tanto comune, dell’uso del succhiotto, è una grande interferenza nel naturale rapporto tra madre e figlio.

Tratto dalla Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione, la promozione e il sostegno all’allattamento al seno:

… Per raggiungere l’obiettivo globale di una migliore salute e di una più corretta alimentazione della madre e del bambino, tutte le donne dovrebbero essere messe nella condizione di praticare l’allattamento esclusivamente al seno, e tutti neonati dovrebbero essere nutriti soltanto con latte materno, dalla nascita fino ai 4-6 mesi di vita. I bambini dovrebbero continuare ad essere allattati al seno, ricevendo allo stesso tempo alimenti complementari adeguati, fin oltre i due anni di età …

Osserviamo un sito che offre informazioni, ma … qui possiamo leggere:

… Nonostante il latte materno sia un alimento perfetto per la crescita del nostro bambino, può accadere che non riusciamo a produrne abbastanza: quindi le richieste del nostro bambino aumentano e la crescita si fa più lenta, cosicché siamo costrette a ricorrere al biberon …

Invece possiamo leggere anche una opinione diversa:

… I seguenti metodi non sono affidabili per giudicare se il bambino riceve abbastanza latte: … […] … Il bambino accetta il biberon dopo la poppata. Questo non significa necessariamente che è ancora affamato. Non è un buon controllo perché il biberon può interferire con l’allattamento al seno …

Altro tema importante: lo svezzamento. Leggiamo qui

… Per le mamme che hanno latte si consiglia di procedere allo svezzamento solo dopo i sei mesi.Il primo accorgimento da tenere presente è la gradualità con cui si dovranno svolgere tutte le operazioni. Inizieremo con l’intervallare il biberon al seno, aumentando di giorno in giorno le poppate artificiali. Il bambino non si accorgerà della sostituzione delle poppate al seno e comincerà a percepire come naturale la tettarella …

Mentre qui si legge:

… L’età minima per lo svezzamento nell’uomo è due anni e mezzo e l’età massima sette anni …

Consideriamo che sul sito www.allattiamo.it non è presente alcuna pubblicità, mentre sui siti www.italiadonna.it e www.pianetamamma.it abbondano i link e i riquadri che portano allo shopping di tutti i prodotti per l’infanzia, per la mamma e per l’allattamento artificiale.

Quanto dobbiamo all’industria per l’infanzia le pseudo-informazioni che troviamo sui siti commerciali? Dove avremo le informazioni migliori per noi e per i nostri figli? In quanti casi nella vita, senza saperlo, le informazioni che riceviamo, sono influenzate da fattori economici?

Un Clic QUI per leggere e scaricare La Ragnatela del Grillo !

Articolo già pubblicato nel primo blog di giosby